Sarebbero compresi fra 300 e 320 milioni di euro le risorse necessarie al settore del trasporto aereo e fra 170-190 milioni a regime quelli che dovrebbero riguardare in particolare Alitalia. Sono queste, a quanto si è appreso, le cifre su cui si è ragionato ieri sera nella riunione tecnico-politica svolta a palazzo Chigi sugli interventi riguardanti i requisiti di sistema a cui i ministeri competenti hanno già cominciato a lavorare per definire le soluzioni meno costose e possibili da applicare.
I tecnici dei ministeri del Tesoro (maggiore azionista di Alitalia), del Welfare e delle Infrastrutture stanno cercando di trovare le risorse sufficienti da applicare a tutto il settore in modo che non ci siano contrasti con Bruxelles, che potrebbe sollevare il problema di aiuti di Stato. Il tutto in tempi molto rapidi, qualche giorno, per trovare una soluzione entro l’inizio della prossima settimana. Oltre agli ammortizzatori sociali, il Tesoro starebbe analizzando dove
rinunciare ad entrate fiscali. Cassa integrazione: i provvedimenti sarebbero circa 2.000 per il settore e di questi 1.000-1.200 interesserebbero Alitalia, in particolare per l’accompagnamento dei lavoratori alla pensione. La soluzione sarebbe stata individuata in un fondo misto al quale la compagnia verserebbe contributi. Tasse di sorvolo: Si lavora alla riduzione dei diritti dovuti dalle compagnie aeree, nazionali e straniere, all’Enav (spa controllata dal Tesoro) per il sorvolo, l’atterraggio e il decollo per ricavare circa 100 milioni di euro. Per Alitalia si
tradurrebbe in un risparmio di circa 35 milioni. Il Tesoro
potrebbe decidere di inserire negli interventi per il settore
gli utili dell’ente. Che potrebbe concentrare gli investimenti nei maggiori dei 39 aeroporti su cui opera, nell’ambito di una riduzione degli aeroporti italiani che sono in totale 109 (in Germania sono 11, in Gran Bretagna 23 e in Francia 31). Tasse aeroportuali. Al tavolo di Palazzo Chigi, si è affrontata anche l’ipotesi di ridurre del 30% i diritti aeroportuali. Ma i tecnici devono lavorare non trascurando la richiesta di investimenti per maggiori efficienza e dinamismo agli scali che potrebbero non essere realizzati a fronte di minori introiti. Royalties: è allo studio anche la riduzione di questi diritti per un risparmio di circa 10 milioni per l’intero settore e di 4-5 milioni per l’Alitalia. Si tratta di diritti che le compagnie petrolifere pagano ai gestori aeroportuali per la distribuzione del carburante nelle aerostazioni e che scaricano sul prezzo praticato al vettore. Per il 2004 Alitalia prevede una spesa negli scali italiani di 10 milioni e 216 mila euro per le royalty, pari a 7,56 euro per metro cubo di media, rispetto ai 3,34 euro medi percepiti dagli scali europei di Londra, Francoforte, Amsterdam e Parigi. Con la rivisitazione delle royalties, la spesa potrebbe dimezzarsi e raggiungere i 5
milioni e 700 mila euro per 1.350.000 metri cubi di carburante. Alitalia, secondo quanto emerge dai primi studi di rimodulazione del piano, prevede per il 2004 l’acquisto di
425mila metri cubi di carburante pari a 3 milioni di euro nell’aeroporto di Fiumicino, mentre su Malpensa prevede di acquistare 603mila metri cubi di carburante, pari a 4 milioni e 900 mila euro (in Italia le fee variano da scalo a scalo). Riduzione dell’Iva sui voli domestici: è stata rivalutata
l’ipotesi di ridurre del 10% l’iva sui i voli nazionali che solo per Alitalia vorrebbe dire un risparmio di circa 100 milioni di euro. Ma la riduzione vuol anche biglietti a prezzi più convenienti e quindi una condizione in più per lo sviluppo anche per la maggiore compagnia italiana. Ripartizione traffico Linate-Malpensa: con questo intervento,
che potrebbe essere applicato con il recepimento del decreto
ambientale della Ue, il trasferimento dei voli con oltre 800 mila passeggeri a Malpensa, potrebbe voler dire escludere operatori minori e per Alitalia benefici nell’ordine di 60-70 milioni di euro.
