venerdì, 3 Maggio 2024

Trasporto aereo, rischio trombosi per l’1% dei passeggeri

Sulla rivista scientifica Lancet i dati di uno studio neozelandese

Un passeggero su cento dei voli a lungo raggio è a rischio di trombosi venosa profonda, indipendentemente dal fatto che viaggi in classe turistica o in business class. A questa conclusione è giunto uno studio dell’Istituto di Ricerca Medica della Nuova Zelanda pubblicato dalla rivista scientifica britannica Lancet. Neppure le calze contenitive, l’aspirina e il maggior spazio tra una fila e l’altra di sedili sembrano prevenire questo tipo di disturbi. E nonostante la maggior parte dei passeggeri non accusi alcuna grave conseguenza, alcuni possono addirittura morire se l’embolia raggiunge i polmoni. Lo studio ha monitorato lo stato di salute di 878 passeggeri che in un periodo di sei mesi hanno volato mediamente 39 ore. Il 17% indossava calze contenitive, il 31% ha assunto aspirine per ridurre il rischio di trombosi. Lo studio û condotto da un equipe di ricercatori neozelandesi coordinati dal professor Richard Beasley ha rilevato quattro casi di embolia polmonare e cinque di trombosi venosa profonda. Un’ incidenza superiore
all’1% complessivo. ”Il nostro studio ha dimostrato che è da abolire il termine sindrome della classe turistica”, ha commentato Beasley proponendo la sostituzione con ‘trombosi dei viaggiatori in aereo’. In Gran Bretagna muoiono ogni anno circa 30.000 persone per embolia polmonare e secondo i dati presentati dal King’s Collage di Londra sono almeno 1.000 i decessi causati dai lunghi voli.

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