venerdì, 17 Maggio 2024

Trenitalia, i ritardi per Fiumicino possono costare cari

La Cassazione, deve essere rimborsato il biglietto aereo

Se il treno per Fiumicino ritarda Trenitalia paga l’aereo.
‘Trenitalia SpA’ deve rimborsare i costi sopportati dai passeggeri che perdono l’aereo a causa del ritardo del trenino che collega le stazioni ferroviarie di Roma
con l’aeroporto di Fiumicino. Compreso il costo di un nuovo
biglietto per un volo successivo a quello perso. Lo dice la
Cassazione. Secondo ‘Trenitalia’, invece, ai passeggeri
spetterebbe un rimborso pari al solo prezzo del biglietto del
trenino. Ma questa tesi non è stata condivisa dalla Suprema
Corte. In particolare (con la sentenza 16945 della Terza sezione civile) la Cassazione ha convalidato la decisione del Giudice di pace della capitale che, nell’ottobre 2000, aveva ordinato alle ex Ferrovie dello Stato di rimborsare ad Ada L. e Alessandra A. il prezzo del biglietto aereo che avevano dovuto acquistare nuovamente, pari a un milione e 200 mila vecchie lire. Infatti le due impiegate dovevano partire, per lavoro, la mattina del 24 novembre 1999 ma avevano perso il volo Alitalia ‘Roma-Bruxelles’ delle 9,15 – per il quale avevano già pagato il biglietto – per colpa del ritardo che la navetta di ‘Trenitalia’ aveva accumulato durante il viaggio. Infatti il trenino-shuttle era partito regolarmente dalla stazione di Roma-Tiburtina alle 7,30 ma era arrivato all’aeroporto solamente alle 8,56 anziché alle 8,18, come da orario. Inevitabilmente Ada e Alessandra erano rimaste a terra. Ed erano state costrette a comprare altri biglietti da un’altra compagnia. Invano avevano chiesto a ‘Trenitalia’ di essere rimborsate. Così si sono rivolte alla magistratura. E hanno avuto ragione dal momento che per il Giudice di pace – e anche per Piazza Cavour – le ex Ferrovie dello Stato da quando sono state privatizzate devono rispondere dei danni che provocano ai sensi del codice civile – e non delle
leggi speciali che limitavano di molto i rimborsi – soprattutto se le vittime dei ritardi si erano affidate a treni in genere puntuali, come le navette che fanno un percorso breve. ‘Trenitalia’ aveva invece sostenuto, innanzi agli ermellini, che anche dopo la privatizzazione delle FS, il servizio ferroviario continua a rimanere pubblico perché esercitato per concessione dello Stato, sicché in caso di ritardo è rimborsabile il solo prezzo del biglietto del treno ‘lumaca’ ma, come ricordato, questo punto di vista è stato bocciato dalla Suprema Corte.

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