lunedì, 27 Maggio 2024

Tuninter, era finito il carburante all’Atr72 precipitato un mese fa

Per un errore di manutenzione gli indicatori erano tarati su livelli diversi

L’assenza di carburante sarebbe
all’origine dello schianto dell’Atr 72 della Tuninter che un
mese fa ha ucciso 16 persone a largo di Palermo. Ad un mese
dall’incidente due diverse ricostruzioni approdano allo stesso
risultato: le prime risultanze dell’indagine avviata
dall’Agenzia per la sicurezza dei voli e, in contemporanea, le
deduzioni a cui e’ arrivata la societa’ costruttrice degli
aerei. L’Ansv ha infatti inviato all’EASA – ente europeo per la
sicurezza aeronautica – due raccomandazioni di sicurezza
urgenti. I provvedimenti, ha fatto sapere il portavoce
dell’Agenzia, Adalberto Pellegrino riguardano gli indicatori di
carburante dell’aeromobile caduto, il cui mal funzionamento e’
risultato essere la causa determinante dell’incidente. Gli
indicatori, infatti, annuncia sempre l’Agenzia, per un errore di
manutenzione risultavano bloccati su quantitativi di carburante
in realta’ non presente nei serbatoi di bordo.
Anche per l’Atr, la joint venture italo-francese che
costruisce i velivoli, la causa piu’ probabile dell’incidente
sarebbe da ricondurre alla mancanza di carburante provocata
dall’installazione di un indicatore non conforme al modello di
aereo. ”Essendo la contemporanea avaria di entrambi i motori
estremamente improbabile – si legge nelle deduzioni fatte dal
costruttore e inviate ai circa 120 operatori che utilizzano nel
mondo questi aerei – Atr ha indagato circa scenari coinvolgenti
cause esterne ai motori stessi. Sulla base delle informazioni
pubblicate vi sono elementi che indicano, fra le possibili cause
all’origine dell’incidente, quello della mancanza di
carburante”. La societa’ rileva tra i motivi di questa sua
deduzione ”il galleggiamento della sezione centrale del
velivolo e l’assenza di macchie di carburante nella zona
dell’impatto” che ”rappresentano elementi addizionali che
supportano tale scenario”. ”D’altra parte – si legge ancora
nelle valutazioni di Atr – la quantita’ di carburante indicata
al momento dell’avaria dei due motori (dato riportato dal pilota
alla stampa) supporta l’ipotesi di una installazione
dell’indicatore della quantita’ di carburante con part number
(in sostanza il numero seriale) non corretto per il modello Atr
72”. E ”una tale configurazione – avvisa ancora Atr – puo’
comportare una sovrastima della quantita’ di carburante”.
Secondo quanto emergerebbe dall’analisi fatta dall’Agenzia
nazionale sicurezza volo e dall’inchiesta della Procura di
Palermo che sta indagando insieme alla procura di Bari,
l’indicatore del livello di carburante, trovato nel pannello di
controllo dell’ Atr 72 della Tuninter sarebbe stato inserito a
Tunisi il giorno prima del disastro e apparterrebbe al modello
Atr 42.
L’indicatore del carburante – emerge
dall’analisi dell’ Ansv e della procura palermitana – non
risulterebbe compatibile perche’ ha una unita’ di misura
diversa. Lo strumento avrebbe indicato una quantita’ di
carburante che in realta’ non era presente nei serbatoi. L’Atr
42 infatti ha una capacita’ di contenere carburante inferiore
all’Atr 72 e per questo il piloti e il copilota sarebbero stati
”ingannati” dalla strumentazione.
Il filo della ricostruzione che emerge dalle diverse indagine
indica quindi che il 6 agosto partendo da Tunisi, per fare scalo
a Djerba e ripartire per Bari, il comandante avrebbe avuto sulla
plancia di comando l’indicatore che misurava il pieno di
carburante, che gli avrebbe consentito di raggiungere il
capoluogo pugliese per poi ripartire alla volta della Tunisia.
Durante il volo il velivolo avrebbe incontrato perturbazioni che
hanno convinto il pilota a effettuare un trabocco a Bari. In
realta’, secondo quanto emerge dall’inchiesta, nei serbatoi non
ci sarebbe stato piu’ sufficiente carburante per raggiungere
Djerba.

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