sabato, 20 Aprile 2024

Unionturismo, debole l’azione promozionale all’estero

Fisanotti, sottoutilizzate le enormi potenzialità dell’Enit

”Le prospettive dei flussi turistici mondiali verso l’ offerta turistica nazionale sono ingessate da una crisi strutturale che riguarda proprio i servizi e gli scali aeroportuali”. Le pessimistiche previsioni
per l’ industria turistica italiana sono della Presidenza nazionale di UnionTurismo, riunita oggi a Camogli (Genova), per tracciare le linee guida della prossima Assemblea Nazionale. UnionTurismo, a cui aderiscono quasi tutti gli enti pubblici e privati attivi nell’ accoglienza e l’ informazione turistica non risparmia critiche alla politica del Governo. ”L’ azione promozionale all’ estero è debolissima e priva di qualsiasi incentivo, mentre dobbiamo competere – spiega il Presidente Gian Franco Fisanotti – con oltre 187 Paesi che hanno scommesso il loro futuro proprio sul turismo”. Per UnionTurismo, sono ”sottovalutate e sottoutilizzate le enormi potenzialità dell’Enit che dispone di un enorme patrimonio di esperienze e conoscenze nel settore”. Inoltre, sottolinea ancora Fisanotti, che è pure presidente dell’ Aiat di Aosta, ”il passaggio della competenza primaria in campo turistico alle Regioni avviene in modo confuso senza adeguati progetti e con scarsi finanziamenti; tutto ciò favorisce l’ improvvisazione e pericolosi centralismi locali che danneggiano l’ idea stessa di federalismo”. ”Il turismo italiano, così come quello occidentale europeo – si legge in un documento diffuso dalla Presidenza – è ostaggio dei venti di guerra, del terrorismo e del fanatismo; di più, il sistema ‘Italia’ risente di una congiuntura economica che
comprime il consumo interno perché il Governo della Repubblica non riesce a frenare il rialzo dei prezzi ed il caro vita con conseguenze negative sul potere d’acquisto, mentre sono in gioco rinnovi contrattuali per oltre otto milioni di lavoratori”. Insomma c’è poco da essere ottimisti. In pratica l’Italia continuerà ad ospitare tanti turisti, ma senza una politica chiara ed efficace rischia di perdere importanti fette di mercato.

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