Unwto: il turismo in balia dei cambiamenti climatici

Fino a domani a Davos in Svizzera il vertice dell’agenzia dell’Onu

C’è anche il turismo tra i settori che rischiano di più a causa dei cambiamenti climatici. Dell’argomento si parla fino a domani a Davos, in Svizzera, durante la conferenza internazionale “Tourism and the Climate Change”. L’obiettivo è elaborare proposte che aggiornino la dichiarazione di Djerba del 2003 che per la prima volta lanciò l’allarme sui rischi per il turismo in caso di mutamenti ambientali radicali. I risultati della conferenza saranno presentati anche al summit ministeriale internazionale su cambiamento climatico e turismo che si terrà a Londra il prossimo 13 novembre. Ma l’iniziativa di Davos è soprattutto uno degli eventi preparatori della Conferenza dell’Onu sul clima che si terrà a Bali, in Indonesia, dal 3 al 14 dicembre.
“I cambiamenti climatici sono una realtà – dichiara Francesco Frangialli, direttore del Unwto – e il turismo deve giocare un ruolo significativo per rispondere alla sfida che essi pongono”. Alcuni segnali, come l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, l’accresciuta frequenza e potenza di fenomeni metereologici estremi sono ormai sotto gli occhi di tutti e già oggi condizionano i flussi turistici con gravi ripercussioni per le economie delle aree interessate. Secondo l’Omt nel 2000 ogni arrivo in Europa ha generato, esclusi i trasporti, 580 euro, per un totale di 70 miliardi che, approssimando un credibile tasso di crescita al 3%, arriveranno nel 2050 a 300 miliardi. E’ però facile prevedere che, qualora le variazioni del clima diminuiranno, come sembra probabile, bellezza e confort delle mete, il tasso di crescita del turismo conoscerà una battuta d’arresto: basterà così la diminuzione di un solo punto percentuale per dire addio a 198 milioni presenze ed a circa 110 miliardi di euro.
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