Il nuovo secolo non era certo cominciato bene, ma dopo gli attacchi dell’11 settembre “l’emorragia” si è estesa a tutte le compagnie aeree americane. A tre settimane dal primo anniversario degli attacchi alle Torri Gemelle, Us Airways ha annunciato il taglio del 13% dei propri voli e di un numero non specificato di posti di lavoro. Una mossa decisa nel tentativo di riorganizzare la struttura societaria che segue la recente richiesta di ammissione alla procedura fallimentare del “Capitolo 11” e prevede l’eliminazione di 200 partenze giornaliere (sulle attuali 1.550) entro la fine dell’ anno (130 già nel prossimo settembre), la riduzione della flotta a 280 velivoli dagli attuali 311 e il taglio della forza lavoro in misura appunto non precisata. Nel giro degli ultimi mesi si è infatti assistito ad una progressiva debacle del comparto con la bancarotta di Midway Airlines e Vanguard, la richiesta di ammissione alla procedura fallimentare del “Capitolo 11” da parte di Us Airways, la scelta di American Airlines di tagliare 7.000 posti di lavoro e il possibile ricorso ancora al “Capitolo 11” ipotizzato da United Airlines, oltre all’annuncio di misure drastiche per il contenimento dei costi da parte di Continental Airlines.
