venerdì, 3 Maggio 2024

“Vacanze rovinate”, quando la denuncia diventa pretestuosa

Richieste di risarcimento anche quando il T.O. non c’entra nulla

Estate stagione di vacanze, che in molti casi si trasformano in sonore truffe. Non solo per i per i turisti, ma anche per i tour operator, cui sempre più spesso i villeggianti al ritorno delle vacanze cercano di estorcere indennizzi e rimborsi, lamentando danni inesistenti o quantomeno fantasiosi. Tra le tante denunce che arrivano alla polizia e alle associazioni dei consumatori infatti, sono ormai sempre più numerose quelle, per così dire, pretestuose. Il titolo è ‘vergognosa chiusura ombrelloni’, ma non si tratta di un film demenziale, bensì di una delle lettere di protesta giunte al tour operator ‘I grandi viaggi’. Oggetto del contendere la chiusura dell’ombrellone in una giornata di forte
vento con bandiera gialla sulla spiaggia. ”Dopo aver aperto gli ombrelloni, è intervenuto immediatamente un bagnino che ci ha lasciato sbigottiti facendocelo chiudere immediatamente – si legge nella lettera – Ci domandiamo se dovremo subire ancora questi soprusi non motivati. Tenendo conto che mia madre 70nne
aveva il corpo arrossato dal sole, l’episodio è stato ancora più nqualificabile”. Perciò, avendo pagato ”per una vacanza che includeva l’uso degli ombrelloni, cosa che ci è stata impedito per ragioni infondate, chiediamo fin da oggi un rimborso da quantificare al nostro ritorno”. E questa è solo una delle ”perle che ci sono pervenute – racconta Giorgio Zentilone de ‘I grandi viaggi’ – da quando ormai si è instaurato in molti consumatori il vezzo di fare
richieste di indennizzo assurde a qualsiasi titolo”. A testimonianza di ciò, Zentilone segnala un altro caso, quello della famiglia che si lamenta di non aver goduto presso un albergo di Gressoney in Val d’Aosta delle specialità culinarie locali. ”Le nostre aspettative di conoscere la cucina regionale – si
legge nella lettera – sono state profondamente deluse. A colazione ci erano serviti biscotti della Lombardia o del Veneto, a pranzo pizza, pasta siciliana, pizzoccheri valtellinesi e pecorino calabrese. Confidavamo nell’attendibilità del vostro depliant che diceva ‘per conoscere la cucina della Val d’Aosta’. Sentendoci raggirati, chiediamo pertanto il rimborso del 50% di quanto pagato per la delusione delle nostre aspettative”. Ma, risponde Grandi viaggi, sul catalogo estate 2004, la frase incriminata non era citata. ”Certo, ora c’è molta più informazione – commenta Paolo Martinello, presidente dell’associazione Altroconsumo – e quindi, è naturale che in mezzo a tante denunce giustificate,
ci siano anche quelle di chi cerca di approfittarsene, spinto da una componente di rivalsa. Su 320mila richieste di consulenza che abbiamo ogni anno, capitano sempre più spesso, rispetto a 10 anni fa, quelle che in un certo modo premono per una ‘eccessiva’ tutela del consumatore”.

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