mercoledì, 17 Luglio 2024

Verso il Forum Europeo di Bruxelles

Caveri: “gli operatori ci diano un decalogo delle questioni condivise”

L’Europa potrà occuparsi in modo concreto e adeguato di turismo se gli operatori del settore
saranno uniti nel proporre le dieci questioni più urgenti sulle quali intervenire. Luciano Caveri, parlamentare europeo valdostano della Margherita e presidente della Commissione Trasporti e Politiche regionali di Strasburgo, a Roma per presentare il libro Montagne D’Italia, chiede che il 10 dicembre al Forum europeo sul turismo di Bruxelles, gli operatori turistici dell’Ue presentino un “decalogo di questioni condivise da sottoporre all’attenzione dell’Europa”. Il Forum europeo “sarà importante per capire – spiega Caveri – se nasce o non nasce una lobby degli operatori turistici
europei. Fino ad oggi – lamenta il parlamentare europeo – non è ancora emersa una proposta che tutti facciano propria”. E questa divisione nel comparto “il turismo la paga cara perché alla fine chi non fa ‘massa critica’ in Europa non conta”. Un messaggio chiarissimo soprattutto se si considera che ad oggi l’Europa, sul turismo non ha una base giuridica e che dagli esiti del Forum di Bruxelles dovrà venire una decisione sulle scelte future. “Ciò che spero, ma non sono ottimista, – nota Caveri – è di sentir parlare dei problemi a livello continentale, come la fiscalità che è diversa in ogni paese, così come la classificazione alberghiera, per non parlare delle norme antincendio”. Perché “è giunto il momento che gli operatori turistici europei presentino a noi, che siamo gli interlocutori politici, un decalogo di questioni che però veda tutti d’accordo. Temo – ammette – non sia possibile”. Del resto anche se “in Europa il turismo non ha una base giuridica, il turismo è sempre uno dei settori per i quali i fondi strutturali sono stati spesi, soprattutto in Italia sia al Sud che al Nord”.
Il 2002 non è soltanto l’anno delle montagne ma è anche l’anno dell’ecoturismo: “due strade che si incrociano creando un problema particolarmente significativo perché il territorio europeo, considerato montagna, è almeno del 30%. Un territorio importantissimo non solamente per le persone che ci abitano”. Secondo Caveri uno dei risultati della chiusura dell’anno internazionale delle montagne “è che abbiamo capito che il turismo ecosostenibile è una delle poche chiavi di lettura per alcune zone che non hanno altre vocazioni. Il turismo, infatti, va anche a sostituire attività tradizionali che si sono perse e può far rivivere un tessuto sociale, una comunità”. Per Caveri uno dei nodi da sciogliere, sia in Italia che in Europa, riguarda le competenze sul turismo: “l’incrocio di competenze, di funzioni e di poteri in Italia è assai indeterminato: la legge quadro è stata spazzata via dalla modifica del Titolo V della Costituzione, le regioni non hanno ancora legiferato in attesa di capire se ci sarà una giurisprudenza della Corte Costituzionale, quindi, il primo che oserà il governo gli impugnerà la legge per vedere cosa capita: la fase è dunque di passaggio, piuttosto curiosa”, osserva. Per L’Europa la situazione è ancora “più difficile perché non abbiamo una base giuridica”. Quel che si registra è, comunque, che il turismo resta uno dei pochi settori in enorme crescita, ogni anno, sul fronte occupazionale oltre ad essere uno dei pochi con trend economici sempre in crescita. L’Europa, inoltre, resta la località del mondo più frequentata dai
turisti e gli europei sono, per adesso, i più grandi viaggiatori. Un duplice record: un import-export per i quali andiamo fortissimo. Per questo “del turismo bisognerà occuparsi meglio in maniera meno sfilacciata capendo chi fa cosa: dalla più piccola pro-loco fino alla Commissione europea bisognerà definire alcuni paletti. Oggi ci sono solo sovrapposizioni mostruose”.

News Correlate