martedì, 5 Novembre 2024

Tante combinazioni con Parextour per scoprire l’Uzbekistan

L’Uzbekistan che ammiriamo oggi è il frutto delle opere degli architetti di cui gli antichi conquistatori vollero circondarsi, affinché valorizzassero la propria grandezza. Nella sola Bukhara 400 monumenti sono stati definiti da Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il mausoleo di Ismail Samani, completato nel 905 d.C., ha muratura in terracotta: col passare delle ore e l’allungarsi delle ombre, si crea l’effetto ottico di una forma che muta. Il mausoleo è all’interno dell’omonimo parco, con i tratti rimasti delle mura cittadine, 2 km rispetto ai 12 di un tempo. Bukhara è un gioiello, con la sacra moschea Maghoki-Attar, e il minareto Kalon, che all’epoca era il più alto dell’Asia Centrale e che per questo suo potere venne risparmiato dalla furia devastatrice di Gengis Khan.

A Samarcanda Piazza Registan rappresenta l’apoteosi dell’arte islamica, ai cui restauri hanno collaborato archeologi delle Università di Bologna e Ravenna. Registan è un complesso di madrase con una profusione di maioliche e mosaici azzurri. La più antica risale al 1420 ed è dedicata a Ulughbek, in realtà più famoso come astronomo che come sovrano, cui si aggiungono la madrasa di Sher Dor, decorata con felini a dispetto del divieto islamico di raffigurare esseri viventi, e la secentesca madrasa di Tilla-Kari, rivestita d’oro.

La leggenda vuole che la città di Khiva venne fondata quando Sem, figlio di Noè, scavò un pozzo in questa zona, che la gente chiamò Kheivak. Il khanato per tre lunghi secoli è stato tristemente famoso per il mercato degli schiavi. Khiva è ancora avvolta dalle mura in fango del XVIII secolo. Proteggono la fortezza-residenza dei sovrani Kukhna Ark, con la moschea estiva in piastrelle bianche e blu e dalla copertura rossa arancione e oro; con la zecca ora museo dove le banconote venivano stampate su seta; con la sala del trono e il bastione Oq Shihbobo da cui si gode il panorama.

Delle Repubbliche Sovietiche, create a tavolino nel 1991, quella che per prima si è aperta al turismo era stata l’Uzbekistan. L’influenza sovietica aveva influito anche promuovendo l’ateismo, con il risultato che anche in seguito, l’islam non è mai stato imposto, nemmeno nello studio, e tutt’oggi il Paese è molto più laico di tutti quelli con cui confina.

Parextour ha studiato ogni dettaglio, per consentire ai viaggiatori di rimanere estasiati dinnanzi al fascino di luoghi mitici ma anche di respirarne l’atmosfera, come, per esempio, il Bazar di Bukhara, che è diviso per categorie artigianali e dove c’è l’atelier di un maestro di miniature, che fa visitare ai propri partecipanti. A Tashkent, capitale cosmopolita, porta a vedere il Corano più antico del mondo. Da Khiva propone l’escursione a Nukus, per scoprire il Museo Savitsky, che custodisce un’impressionante collezione di opere di avanguardia russa, salvate dalla censura delle autorità sovietiche, apprezzata anche da Sgarbi. Nella Valle di Fergana, grande oasi con il terreno più fertile e il clima migliore di tutta l’Asia Centrale, dove vive un terzo della popolazione uzbeka, porta a incontrare persone ospitali, e ad acquistare la migliore seta.

Parextour programma regolarmente diversi tour, di 6,7,9,12 notti, alcuni dei quali sono in esclusiva per l’Italia: ‘Panorami Uzbeki’ ottimizza il viaggio perché arrivando a Tashkent e partendo da Samarcanda (voli Turkish Airlines) si usufruisce di giornate piene. La partenza speciale del 13 giugno 2018 offre anche accompagnatore dall’Italia, pensione completa e sistemazioni in boutique hotel. Chi ha budget contenuti può scegliere di avere autista parlante inglese e trattamento di pernottamento e colazione. Chi ha più tempo a disposizione può richiedere il combinato Uzbekistan & Turkmenistan, che comporta un pernottamento in yurta e la scoperta di angoli remoti dell’Asia centrale.

www.parextour.it

http://www.parextour.it/destination/uzbekistan/

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