giovedì, 28 Marzo 2024

Voglia di partire verso mete calde ma in sicurezza, ecco perchè i viaggiatori non prenotano

Più del 60% ha voglia di una vacanza all’estero, anche se sul timing di prenotazione il campione si spacca. È il risultato di una ricerca qualitativa messa a punto dal Marketing Department Settemari, finalizzata a raccogliere informazioni circa il ‘sentiment’ degli utenti social Settemari, Amo il Mondo e Jump nei confronti della loro attuale propensione ai viaggi.

Ebbene, dall’indagine emerge che la voglia di vacanza è ancora lì, tra le pieghe dei desideri della maggior parte del campione indagato che, per circa il 60%, ha risposto che partirebbe anche a breve, non del tutto intimorita (il dato è del 67%) dalla richiesta di effettuare un tampone in partenza o in arrivo di destinazione, diventato ormai una normalità anche in Italia.

Contrariamente al sentore comune, il campione preferisce immaginare una vacanza al caldo (il dato è del 74%), in destinazioni balneari piuttosto che a weekend fuori porta o visite alle città d’arte italiane o a capitali europee. E alla vacanza attiva, culturale o alla montagna lo stesso campione sceglie per l’81% il mare, anche in destinazioni lontane, spiagge deserte e assolate.

Valutata in modo estremamente positivo (al 66,5%), la proposta di poter abbinare al viaggio un’assicurazione integrativa anti-covid in grado di assistere i clienti nel pre-durante e post vacanza.

Sebbene la combinata di offerte particolarmente interessanti e un’assicurazione sanitaria ad ampia copertura, come incentivazione alla prenotazione, raccolgano più del 75% dei consensi, il campione si spacca sul timing di prenotazione. Il 25,2% si dichiara pronto a partire anche subito, il 40,6 % dichiara di voler attendere l’evolversi della situazione e il 34,2% attenderà i primi mesi del 2021.

“Ciò che risalta da questa recente survey, è senza dubbio uno scollamento fra il desiderata dei nostri clienti – commenta Chantal Bernini Marketing e Communication Manager di Settemari – e la realtà. La voglia di scoprire in mondo non è passata, ma i nostri clienti non sono pronti a prenotare, ed è in questo gap che gli sforzi dei tour operator e associazioni di categoria dovrebbero concentrarsi, magari in una grande campagna di comunicazione sul tema della sicurezza, che dovrebbe fare a braccetto con l’approvazione dei noti ‘corridoi sicuri’. Perché la realtà è che oggi, con le misure precauzionali prese nel nostro paese in partenza, nei trasferimenti collettivi, nelle misure di distanziamento e protezione nei villaggi turistici in ogni parte del mondo, viaggiare in sicurezza è possibile”, conclude la Manager.

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