Attesa da 10 anni, scatta finalmente la rivoluzione dei porti con il decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” approvato dal consiglio dei ministri. Intanto, cambia la governance: nasceranno 15 autorità di sistema portuale a sostituire le attuali 24 Autorità portuali.
“I porti italiani ora faranno sistema – spiega il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio – si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East”.
Sistema è la parola d’ordine, insieme a snellimento. Ogni Autorità sarà governata da un presidente, nominato dal ministro d’intesa con il governatore della Regione o delle Regioni coinvolte, supportato da un Comitato di gestione molto più snello degli attuali Comitati portuali (a livello nazionale si passa da circa 336 membri a 70) e in cui siederanno solo rappresentanti pubblici, mentre gli operatori saranno coinvolti con un Tavolo di partenariato della risorsa mare, con funzione consultiva.
Un tavolo nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema istituito al ministero farà da interfaccia e garantirà la coerenza dei singoli piani con la strategia portuale che avrà finalmente una linea nazionale.
L’altro aspetto è la semplificazione burocratica, con lo Sportello Unico doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento dell’Agenzia delle dogane, e lo Sportello amministrativo unico che permetteranno di ridurre drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi.
Ora che il decreto è approvato, ci vorranno 100 giorni per l’entrata in vigore, 40 per la pubblicazione e poi 60 per i pareri delle commissioni di Camera e Senato. Se nel frattempo il ministero riuscirà già a concordare con i presidenti delle Regioni i nomi dei futuri presidenti delle Autorità, in teoria la rivoluzione potrebbe partire in tempi relativamente brevi.