Non si ferma il caos voli nei cieli d’Europa, che si estende anche al Portogallo, in particolare Lisbona, che lo scorso fine settimana ha cancellato oltre un centinaio di voli e continua a cancellarne al ritmo di una trentina al giorno. Per questo sono stati convocati in Parlamento, su richiesta del Partito socialdemocratico (all’opposizione), sia il presidente del consiglio d’amministrazione, José Luís Arnaut, che il presidente esecutivo, Thierry Ligonnière, di Ana, la società di gestione degli aeroporti portoghesi che fa parte del gruppo francese Vinci.
Oltre alle innegabili disfunzioni, che Ligonnière ha ammesso, all’ordine del giorno c’era anche il risultato di una classifica a cura del sito tedesco AirHelp, che si dedica alla tutela dei diritti dei passeggeri e che ha bocciato Lisbona, relegandola all’ultimo posto in una lista di 132 aeroporti di tutto il mondo (mentre Oporto era solo qualche gradino più su). Lo scalo della capitale portoghese è da anni al centro del dibattito politico a causa della sua inadeguatezza, ma anche per l’incapacità dimostrata da varie generazioni di politici nell’individuare il sito più adatto alla costruzione di un’alternativa praticabile sia sul piano finanziario che su quello ambientale.
Intanto British Airways ha annunciato il taglio di altri 10.300 voli da qui sino alla fine di ottobre, sullo sfondo della crisi operativa che ha costretto la compagnia di bandiera britannica – come altri vettori internazionali – a imporre nelle ultime settimane cancellazioni e disagi a raffica. La decisione – legata fra l’altro ai problemi di organico dell’azienda, che come altre ha coperto solo in parte i buchi lasciati aperti dagli esuberi decisi nelle fasi di crisi più acuta dell’industria dei viaggi causati dalla pandemia di Covid durante i lockdown e le restrizioni più accentuate – non dovrebbe riguardare i voli a lungo raggio. I vertici di BA hanno sottolineato che gli aiuti extra promessi dal governo di Londra serviranno a limitare questi tagli durante l’estate e la stagione di punta del turismo; ma che una certa “flessibilità” a medio termine resta necessaria, malgrado la dichiarata volontà di non penalizzare i passeggeri. Passeggeri verso i quali il vettore “si scusa”, impegnandosi a offrire a tutte le vittime delle cancellazioni un’alternativa fra “ri-prenotazione” del volo con altre compagnie, ove possibile, e “rimborso pieno” dei biglietti.