Caos negli aeroporti tedeschi per sciopero Lufthansa

Lufthansa cancella, a causa dello sciopero del personale di terra, oltre 1000 voli in piena estate, e il traffico aereo va in tilt in Germania con conseguenze per tutta l’Europa. Lunghe file, interminabili attese e smarrimento segnano le partenze e i rientri di centinaia di migliaia di turisti, tedeschi e stranieri, in giornate decisive per gli spostamenti. I forti disagi, dovuti alla mobilitazione di due giorni convocata dal sindacato Verdi, si sono fra l’altro sommati a una situazione già tesissima negli scali della Repubblica federale, alle prese con l’emergenza personale: una crisi che si sente soprattutto davanti ai trasportatori a nastro, in attesa delle valigie.

“La situazione è già molto tesa, non ci può permettere di trattare a lungo”, ha affermato una portavoce del sindacato parlando alla radio locale di Berlino e Brandeburgo. Mentre la compagnia accusa il sindacato di un “comportamento del tutto irragionevole” avendo provocato confusione in un momento già molto complesso.

Lufthansa, che a causa della mancanza del personale dovuta alla pandemia ha annullato migliaia di voli nei mesi di luglio e agosto, ha cancellato in queste ore quasi tutti i voli da Francoforte e Monaco: 725 dei 1160 previsti dalla città sul Meno, e 330 dal capoluogo bavarese. Ai passeggeri è stato possibile prenotare nuovi voli sulla stessa linea o anche presso altre compagnie. Ma l’impatto è stato pesante, soprattutto per chi doveva raggiungere mete lontane e ha dovuto tentare di salvare il viaggio. Lunghe attese anche per chi è riuscito a partire, ma ha avuto problemi al ritiro dei bagagli: nel nuovo aeroporto Willy Brandt di Berlino molti passeggeri attendono per ore – e questo accade ormai da settimane – di poter riavere le valige. Anche fino a notte fonda. E c’è chi è costretto a rinunciare. Quotidianamente, lo scalo berlinese, stando ai media locali, conta oltre trecento bagagli parcheggiati in attesa di essere smistati e rispediti ai proprietari.

Il caos dei trasporti non riguarda soltanto la Germania: in Gran Bretagna i ferrovieri sono tornati a incrociare le braccia, dopo lo stop di tre giorni di giugno scorso. Stando alla BBC, solo il 20% dei treni è stato garantito, dal momento che 40 mila membri del sindacato di settore Rail Maritime and Transport workers hanno protestato per ottenere un aumento dei salari in linea con l’inflazione.

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