I piloti dell’Ethiopian Airlines rispettarono correttamente tutte le procedure di emergenza previste dalla Boeing: cercarono di spegnere il software anti-stallo, di riportare il muso all’insù con la cloche manuale, di spegnerlo di nuovo, ma malgrado ogni tentativo, l’aereo tornava in picchiata e solo sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba si schiantò al suolo.
A porre fine all’ipotesi di errore umano nella tragedia del volo Ethiopian Airlines ET302 del 10 marzo, è il rapporto preliminare stilato dagli esperti a Parigi sulle scatole nere di quel Boeing 737 Max 8.
“L’equipaggio ha seguito tutte le procedure stabilite dal costruttore, ma non è stato in grado di riprendere il controllo del velivolo”, ha sintetizzato Dagmawit Moges, ministro dei Trasporti etiope. Il rapporto, scrivono i media, non dà la colpa a niente e a nessuno in particolare, né nomina esplicitamente il software anti-stallo. Ma gli osservatori fanno notare come il documento sembri gettare l’ombra del dubbio sulle affermazioni fatte dalla Boeing e da alcune autorità statunitensi secondo cui i piloti avrebbero potuto disattivare in qualunque momento il software sospettato, il cui comportamento avrebbe reso l’incidente etiopico quasi una fotocopia dello schianto del 737 Max 8 dell’indonesiana Lion Air, in ottobre.
La Boeing, che dopo l’incidente in Etiopia ha dovuto mettere a terra l’intera flotta globale di 737 Max, ha assicurato in una nota seguita al rapporto che prenderà tutte le misure di sicurezza necessarie e ribadisce di prevedere un aggiornamento del programma di addestramento dei piloti e, soprattutto, del software anti-stallo, il Manoeuvering Characteristics Augmentation System (Mcas). La Boeing assicura che il nuovo software sarà in grado di prevenire che dati sbagliati causino l’attivazione del sistema Mcas, di impedire che in futuro
basti anche un solo sensore che segnali il rischio stallo per attivare la compensazione automatica. Una fonte ben informata sull’inchiesta tecnica, citata dall’Associated Press, ha detto che da quanto risulta dai dati registrati dalle scatole nere, i piloti inizialmente hanno seguito i passi indicati dalla Boeing, disattivando il software, il quale, per motivi non ancora chiari, è stato riattivato subito dopo.