Al momento solo l’alta velocità sarebbe pronta ad andare in Borsa. Lo chiarisce il nuovo ad di Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini che, in audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato, indica altre priorità da anteporre al processo di privatizzazione avviato dal Governo con il decreto per la cessione del 40% del Gruppo. Il nuovo capoazienda puntualizza anche che lo sbarco a Piazza Affari è rimandato a data da destinarsi, prima bisogna “rafforzare l’azienda in tutti settori”.
In audizione Mazzoncini ha spiegato che “la sfida per poterci potenzialmente quotare in Borsa richiede a valle un lavoro industriale sulle aziende, su comparti oggi in sofferenza, come il trasporto pubblico locale e il merci”. E proprio il lavoro che c’è ancora da fare “oggi non consente di definire una data per una possibile quotazione”, ha aggiunto Mazzoncini, puntualizzando che la data non è fissata neppure nel testo del dpcm. Anche se, in realtà, il comunicato di Palazzo Chigi del 23 novembre parlava di operazione “prevista nel corso 2016, compatibilmente con le condizioni del mercato”.
Intanto la sfida a breve per le Ferrovie dello Stato è un’altra privatizzazione, quella della controllata Grandi Stazioni Retail. Il 14 dicembre sono scaduti i termini per presentare le manifestazioni di interesse: “è arrivato un notevole numero di buste, varie decine. Siamo molto contenti, il livello di interesse è evidentemente notevole”, ha detto Mazzoncini, indicando l’obiettivo di “chiudere l’operazione entro fine aprile. Siamo al lavoro su questo cronoprogramma”.