martedì, 19 Novembre 2024

Traffico aereo dall’Italia? Asia al top e crollo Africa per instabilità geopolitica

“Un buon andamento dei volumi accompagnato da un costante calo delle tariffe”. E’ stato questo in sintesi l’andamento del traffico aereo in Italia nel 2015 secondo il rapporto presentato dall’Ibar (Italian Board Airline Representatives) che analizza un database di 13 milioni di biglietti (di cui circa 4 milioni per viaggi intercontinentali) emessi annualmente in Italia, per un valore superiore ai 4,3 miliardi di euro.

A fare la parte del leone l’Asia. A crescere, è stato soprattutto il sub-continente indiano che ha registrato un +8,1%, seguito dall’Asia continentale (+6,1%) e il Sud-Est asiatico (+5,8%). A Ovest – soprattutto grazie alla buona performance del Sud America (+6,5%) – i volumi complessivi rimangono sostanzialmente stabili (-1%).    

Guardando più a Sud rispetto all’Italia, a causare un calo nei flussi verso l’Africa settentrionale (-11,7%), è stata l’instabilità geopolitica. Una instabilità che nel corso del 2015 si è fatta sentire anche sui risultati dell’intero continente (-4,9%) e che per converso si è riverberata positivamente sulla performance dell’Europa meridionale.    In Italia, invece, continua il travaso di traffico a vantaggio dell’alta velocità ferroviaria, facendo così registrare un -3,3%. Sul fronte tariffario, nel 2015 il calo del costo medio dei biglietti per viaggi intercontinentali si attesta al 2,9% e raggiunge il 4,3% in ambito europeo.  

Un bilancio positivo, secondo l’Ibar, ma restano alcuni nodi da sciogliere. A cominciare dall’eccessiva imposizione fiscale e dalla normativa incerta. “Le compagnie aeree – dice il presidente Ibar Umberto Solimeno che ha presentato il rapporto assieme al segretario generale, Luciano Neri – non possono essere più considerate il bancomat a cui attingere per esigenze di fiscalità generale o per investimenti sulle infrastrutture che competono ad altri. Per questo motivo, l’Ibar tutelerà in tutte le sedi gli interessi dei vettori e dei consumatori contro ogni ulteriore aggravio impositivo su un settore di vitale importanza per l’economia del Paese”.

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