Continua il braccio di ferro tra vettori aerei cinesi e l'Unione europea sulla tassa sulle emissioni aeree introdotta dal 1 gennaio. "La Cina si oppone a questa decisione dell'Unione europea – ha detto il portavoce del ministero degli esteri, Hong Lei – in quanto decisa in maniera unilaterale. Speriamo che la Ue sarà prudente e pratica, e affronterà questo problema attraverso consultazioni con tutte le parti interessate". Le osservazioni dal portavoce sono intervenute dopo che le compagnie aeree cinesi avevano annunciato di non attenersi alla decisione dell'Ue, definita una "pratica scorretta".
L'Ue ha stabilito che le compagnie aeree debbano versare una tassa in base alla quantità delle loro emissioni. Le compagnie aeree che utilizzano gli aeroporti dell'Unione europea, secondo la nuova regola, potrebbero essere costrette a pagare multe di 100 euro per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa. Quelle che non si adegueranno alla normativa potrebbero anche ottenere il divieto di volare nell'area Ue. Secondo le stime, il piano potrebbe costare alle compagnie aeree cinesi 95 milioni di euro. La nuova tassa è stata criticata anche da India, Stati Uniti e Canada.