sabato, 4 Maggio 2024

61 azioni nel Piano strategico per il turismo di Gnudi

Porterà 500 mila nuovi posti lavoro e 30 mld di pil entro 2020. Verrà discusso ala Bit di Milano

Sarà discusso con gli operatori turistici in occasione dell'inaugurazione della Bit il prossimo 14 febbraio presso la Fiera di Milano il primo piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia che il ministro per il Turismo, Piero Gnudi, ha presentato all'ultimo consiglio dei ministri venerdì 18 gennaio. Il documento, elaborato nel periodo maggio-ottobre 2012 da un gruppo di lavoro nominato dal ministro, presenta un'approfondita analisi dei punti di vulnerabilità del settore turistico, indica 7 linee guida per l'agenda di governo e propone 61 azioni specifiche, implementabili in un periodo variabile tra i 3 mesi e i 5 anni. Il piano punta a generare "500.000 nuovi posti di lavoro e incrementare il Pil di 30 miliardi entro il 2020".  
I principali punti di vulnerabilità dell'industria turistica individuati sono: "governance del settore (debolezza del coordinamento centrale; eccessiva frammentazione delle politiche di sviluppo e di promozione all'estero); risorse insufficienti per l'Enit; nanismo delle imprese turistiche; vantaggio competitivo unicamente basato su rendite di posizione e incapacità di costruire nuovi prodotti turistici; infrastrutture insufficienti; risorse umane non adeguatamente formate; difficoltà ad attrarre investimenti internazionali (incertezza del contesto soprattutto dal punto di vista burocratico e amministrativo)".   
Le 61 azioni previste per intervenire in maniera efficace su queste aree di debolezza seguiranno, spiega una nota, una serie di linee guida: 1) ridefinizione della governance del settore con un rafforzamento del ruolo del Ministro del Turismo; 2) rilancio dell'Enit; 3) miglioramento dell'offerta: focus su 1-2 nuovi grandi poli al Sud o nelle Isole, creazione di 30-40 nuovi poli complessivi con priorità ai segmenti affluent e Bric; 4) riqualificazione delle strutture ricettive e consolidamento del settore; 5) trasporti e infrastrutture: intervento sul piano aeroporti e collegamenti intermodali; 6) formazione e competenze: riqualificazione dell'istruzione turistica e rilancio delle professioni (dalle superiori al post-laurea); 7) investimenti internazionali: attrazione tramite incentivi fiscali e burocrazia zero.   
Secondo alcune stime prudenziali, l'implementazione completa del piano potrebbe portare entro il 2020 i seguenti risultati: "500.000 nuovi posti di lavoro (da 2,2 a 2,7 milioni); incremento di 30 miliardi del contributo al Pil del settore turistico (da 134 a 164 miliardi); in particolare questo risultato sarebbe ottenibile mediante l'incremento dei ricavi da turismo internazionale che passerebbero da 44 a 74 miliardi, mentre gli obiettivi del piano prevedono una sostanziale tenuta del turismo nazionale che resterebbe a 90 miliardi".  

 

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