giovedì, 28 Marzo 2024

Aidit, Assoviaggi, ASTOI e Fto pretendono la difesa del governo sui voucher

Le conseguenze che la pandemia ha causato e continua a causare sul turismo possono essere paragonate a quelle di una guerra e dunque necessita di norme straordinarie. Se non arriveranno, e soprattutto se non arriveranno in tempo, sarà la condanna a morte per migliaia di imprese turistiche. Per questo le associazioni rappresentative del turismo organizzato, Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto si aspettano che il governo, dopo la doppia infrazione dell’Ue all’Italia, “difenda strenuamente e pubblicamente la propria posizione, provvedendo a rendere i voucher strumenti maggiormente flessibili, ma non mettendo minimamente in discussione il principio sul quale si fonda la norma, anche “perché, una volta fallite le aziende, i consumatori non avranno più né voucher né rimborsi”.

“A distanza di quattro mesi dallo stop dei viaggi, le imprese della filiera del turismo organizzato – dicono le associazioni – non hanno ancora ricevuto altre misure di sostegno e risorse adeguate per garantire la propria sopravvivenza. Per le nostre imprese la ripresa sarà lentissima, si stima infatti un ritorno alla normalità non prima del 2022. Allo stato attuale sarebbe quindi impossibile poter far fronte a richieste di restituzione di milioni di euro relativi al costo di pacchetti annullati, avendo cessato ogni produzione sin da metà febbraio e avendo, nella maggior parte dei casi, già provveduto a pagare i servizi richiesti dai viaggiatori ai fornitori, che sono per lo più esteri. Si parla di imprese che si trovano ad aver azzerato quasi integralmente il proprio fatturato annuo. Al momento sono già a rischio il 70% delle aziende interessate e, se si considera anche il mondo del trasporto, sono a rischio milioni di lavoratori, quindi famiglie e consumatori che, qualora si portasse il sistema al collasso, non avranno più alcun reddito. Peraltro, le norme europee che disciplinano il diritto al rimborso sono state emanate dal legislatore comunitario facendo riferimento a fattispecie riferibili a scenari ‘ordinari’ e non certo a situazioni dagli effetti dirompenti come il Covid-19”.

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