Per l’estate 2022 si prevedono in Italia flussi turistici in netta crescita: è lo scenario fotografato dall’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio sulla base di interviste a titolari di imprese ricettive italiane nel periodo 15-30 giugno. I risultati dell’indagine, realizzata da Isnart – Unioncamere, indicano che seppur in presenza di forti preoccupazioni per l’inflazione, per la ripresa dei contagi da Covid e per il conflitto in Ucraina, nella stagione estiva si potrà recuperare il terreno perso nei due anni precedenti a causa della pandemia.
Il consuntivo del mese di giugno ha fatto registrare un aumento del 26% delle camere vendute rispetto al 2021. Gli operatori hanno venduto il il 50% delle camere: un valore vicino a quello registrato nel 2019.
Sono le strutture ricettive nelle località di mare a registrare le prenotazioni più elevate, con il 71,2% delle camere già prenotate per il mese di agosto. Il trend è positivo anche per le località di montagna, con il 51,7% delle camere prenotate per il mese di luglio e il 61,9% per agosto. Ancora più incoraggianti le previsioni per le città d’arte, messe in ginocchio dall’emergenza sanitaria: rispetto all’anno scorso, si registrano prenotazioni pari a poco più della metà delle camere disponibili per i mesi di luglio (54,5%) e di poco inferiori ad agosto (45,7%), contro appena il 18% circa dello scorso anno.
Il 40% degli operatori dichiara un aumento della clientela straniera, mentre solo la metà ne prevede un calo. Si tratta, prevalentemente, di turisti provenienti dalla Germania (+31,9% rispetto al 2021), mentre trovano conferma e potenziale di crescita rispetto al 2021 i flussi da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. Di segno opposto le previsioni relative alle prenotazioni dalla Russia, per il 60% degli operatori attese in diminuzione e per il 38% stabili.
Gli effetti dell’inflazione si fanno sentire anche nel comparto turistico: la quasi totalità delle imprese intervistate ha riscontrato aumenti dei costi generali che solo in parte vengono scaricati sui prezzi di vendita; il 36% ha dichiarato di aver aumentato le tariffe. Gli imprenditori restano fortemente preoccupati dei riflessi di difficile previsione rispetto alla gestione finanziaria: il 41% teme di dover chiudere il bilancio in perdita. Altra importante difficoltà segnalata è quella relativa al reperimento del personale, un problema per il 27,6% degli intervistati.