Punta soprattutto a dare continuità al turismo italiano, anche in periodi di 'bassa stagione', il ddl per 'la promozione del turismo sportivo e la realizzazione di impianti da golf', approvato dal consiglio dei ministri venerdì scorso e presentato ad aprile scorso dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla.
Il ddl, che dovrà superare l'esame della Conferenza Unificata, si prefigge lo scopo di trasformare la pratica del golf da sport per sole elite a sport popolare, anche mediante la costruzione di nuovi impianti adiacenti aree naturali protette. I punti salienti del provvedimento sono quattro: piano ad hoc per il turismo sportivo con una particolare attenzione alla costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli impianti sportivi dedicati alla pratica del golf; i campi da golf potranno essere costruiti anche nei pressi di aree protette, sarà però necessario un nulla osta dell'Ente Parco Nazionale e dell'Ente gestore delle aree marine protette; accanto ai campi da golf potranno essere realizzate nuove strutture ricettive riservate ai turisti, da realizzare in conformità con le norme di tutela ambientale e paesaggistica; entro due anni dall'approvazione del ddl, saranno le Regioni, sentiti gli enti locali e d'intesa con gli Enti Parco Nazionali e gli Enti gestori delle aree marine protette, a individuare i siti più idonei per la realizzazione degli impianti.
Attualmente sono circa 200 i percorsi di golf attivi "ma la richiesta di nuovi impianti – viene ricordato – è crescente, anche in considerazione della cosiddetta liberalizzazione del gioco, voluta recentemente dalla Federazione Italiana Golf". Per questa ragione, per migliorare la competizione turistica dell'Italia è necessario "creare sul territorio impianti golfistici dotati di percorsi a 18 buche e di includere, nel pacchetto di servizi turistici offerti, anche altri prodotti e strutture ricettive, ben presenti in Paesi concorrenti dell'Italia come ad esempio Spagna e Portogallo". Il ddl però è stato criticato da Pd e ambientalisti, che temono un'ulteriore cementificazione dei territori.