Le nuove tecnologie per regolamentare il turismo nel centro storico invece del ticket modello Venezia. La pensa così Dario Franceschini ministro della Cultura intervenuto al Far – Il Festival dell’Architettura di Roma per confrontarsi sul futuro, la tutela del centro storico della Capitale e capire quali politiche attuare per conservarne l’identità.
“Il turismo è tornato e così le opportunità di crescita, e gli stessi problemi. Tra tutti: il sovraffollamento delle città turistiche che porta con sé il rischio dell’omogeneizzazione dell’offerta commerciale cancellando involontariamente l’identità locale”, spiega Franceschini, secondo cui “il turismo del futuro sarà esperienziale”. Bisogna quindi trovare soluzioni, sottolinea, “e non certo quella di Venezia ovvero mettere un ticket per i turisti”. Roma, sottolinea, “non può rischiare di essere trasformata in Disneyland, è necessario gestire gli accessi con il supporto delle nuove tecnologie”.
Accanto a lui la presidente del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi rincara: “Roma ha il centro storico più grande del mondo, con una zona a traffico limitato con 400mila targhe autorizzate a fronte di 3mila parcheggi. C’è troppo di tutto e da 30 anni perde abitanti e aumentano i b&b”. E lancia un appello all’Ordine degli Architetti: “Vietare tutto non si può, bisogna tornare a un equilibrio tra un turismo di qualità e una mobilità che deve essere più pubblica che privata. Ma serve lavorare insieme”.
Una linea condivisa anche dall’antropologo e architetto Franco La Cecla: “Bisogna concepire i centri storici come luoghi vivibili: dobbiamo cambiare i materiali con i quali sono fatte le città”. Orazio Carpenzano, preside della facoltà di Architettura dell’Università Sapienza chiede “una legge sull’architettura che deve fare da contraltare a quella degli appalti. Libertà e responsabilità sono i due ingredienti del lavoro di un architetto”.