“È necessario ragionare su incentivi alla riapertura delle strutture ricettive immaginando una temporanea sospensione degli oneri contributivi dei dipendenti per le attività che ripartono”. Lo ha dichiarato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, in audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. “Non è un annuncio di un provvedimento realizzato – ha proseguito – ma un’ipotesi di lavoro sulla quale stiamo ragionando perché oggi molte strutture ricettive, a fronte di una forte carenza di domanda, preferiscono restare chiuse. Penso che per incentivare le riaperture si potrebbe lavorare a una misura che consenta a chi fa uscire i propri dipendenti dalla cassa integrazione di non pagare per un tempo limitato i contributi. In questo modo – sottolinea Franceschini – lo Stato risparmia, perché ha meno persone in cassa integrazione, e allo stesso tempo sostiene la riapertura facendosi carico della contribuzione per un arco limitato di tempo”.
“Credo che la crisi ci debba spingere attraverso una serie di strategie a lungo termine che poi devono essere supportate da interventi legislativi. Ne cito solamente tre possibili – ha poi annunciato – la riqualificazione delle strutture ricettive, una strategia di valorizzazione di tutti i luoghi minori, il potenziamento delle infrastrutture. Abbiamo bisogno di riqualificare i nostri alberghi, puntare a un turismo con una più ampia capacità di spesa. Dobbiamo ripotenziare, migliorare e rifinanziare il tax credit alberghi oppure estendendo altri incentivi che al momento valgono solo per le abitazioni civili. Serve uno strumento che punti in fretta alla riqualificazione del patrimoni alberghiero”.
Sul secondo punto Franceschini ha spiegato: “Il tesoro infinito dei borghi, i cammini, le ferrovie storiche, le ciclabili, la dorsale appenninica , le bellezze naturali, abbiamo un patrimonio infinito di attrattori che in un altro paese sarebbero l’attrattore principale, noi abbiamo un patrimonio talmente enorme, talmente tanta bellezza e talmente tanto distribuita. Quindi bisogna fare un progetto di riqualificazione per offrire un turismo esperienziale che il mondo chiede all’Italia e anche creare posti di lavoro sostenibile, intelligente, dinamico attraverso anche la digitalizzazione e la promozione”.
Infine le infrastrutture: “Chi arriva e arriverà nel nostro paese chiede di arrivare in un paese infrastrutturalmente decente, chiede di arrivare in un aeroporto internazionale e da lì partire con l’alta velocità e andare in poche ore in qualsiasi parte del paese. Non abbiamo integrato bene il sistema aeroportuale con l’alta velocità. Poi c’è un tema vero di estensione dell’altra velocità nel Sud e non è possibile che si fermi a Salerno. Il gap è anche tra versante adriatico e tirrenico. Non è una cosa che sto annunciando, lo dico per i giornalisti che ci seguono, ma è una cosa su cui ragionare, penso ci sia bisogno di prospettiva, serviranno tempo e risorse certo ma penso che sia necessario colmare questo differenziale. Lo spostamento dell’alta velocità all’interno libererebbe 500 km di coste che oggi sono occupate dai binari e potrebbero essere riqualificate anche a livello immobiliare e sostituite con una ciclabile, la sola riqualificazione di quei valori pagherebbe le opere e cambierebbe la prospettiva di sviluppo di un pezzo d’Italia. E infine se tu arrivi dalla Cina e vuoi vedere i bronzi di Riace, vuoi scendere dall’aereo e arrivare in poche ore e non avventurarti in un viaggio quasi uguale a quello che hai appena fatto…. C’è un sistema infrastrutturale che è fondamentale per il paese ma è fondamentale per lo sviluppo del turismo nei prossimi anni”.