“So che adesso può sembrare paradossale o anche sbagliato parlarne, ma finita l’emergenza Covid il turismo internazionale tornerà. L’Italia è rimasta e sarà sempre la prima meta desiderata di viaggio di tutti i turisti del mondo, come dicono tutti gli studi e i sondaggi. Quindi bisogna prepararsi a questo, moltiplicando le mete attrattive di turismo internazionale”. Lo ha detto Dario Franceschini, ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo nel terzo digital event di ‘Italia 2021 – Competenze per riavviare il futuro’, organizzato da Pwc Italia. “Se no troveremo troppa gente in determinati luoghi, rendendo ingestibile la politica dei flussi o anche la visibilità stessa dei monumenti, e dall’altro lato luoghi bellissimi non visitati. Dunque, tutta la promozione, tutta l’attività e la moltiplicazione degli attrattori va in questa direzione”, ha aggiunto.
“Le grandi crisi aprono opportunità, ovvero di ricostruire un turismo di grandi numeri in Italia, ma sostenibile e rispettoso della fragilità del nostro paesaggio, del nostro patrimonio artistico. Dunque, non un turismo ‘mordi e fuggi’, ma colto, intelligente e con capacità di spesa. Bisogna investire in infrastrutture, digitali e materiali”, ha sottolineato ancora il ministro.
Franceschini si è poi soffermato sul tema della digitalizzazione: “è una delle richieste fondamentali del turista che va in qualsiasi parte del mondo: vuole il WiFi, la banda larga, dei servizi di accoglienza turistica online. Per questo abbiamo previsto negli anni scorsi un tax credit per aiutare la digitalizzazione delle strutture ricettive. Dobbiamo andare avanti e insistere su questo, con una gamma di prodotti infinita, digitale, che può aiutare i turisti nell’organizzare il viaggio, nel visitare un museo o nello scegliere un albergo. Bisogna lavorare molto anche sulle strutture materiali: quando un turista arriva nel nostro Paese – ha detto Franceschini – da una parte lontana del mondo, atterra a Fiumicino o a Malpensa; da lì vuole salire su un treno ad alta velocità e arrivare in poche ore in tutti i posti d’Italia, anche i più lontani. Quindi, primo punto, intermodalità, interconnessione tra sistema aeroportuale e sistema ferroviario ad alta velocità. Secondo punto: non è possibile, non è giusto che l’alta velocità si fermi a Salerno, bisogna che arrivi in Sicilia; serve una seconda dorsale dal Sud al Nord, che vada da Taranto a Trieste seguendo la linea Adriatica”.