“Abbiamo questo piccolo problema di personale che in realtà c’era già prima ma ora si è acuito. La verità è che c’è stato un grande rimbalzo delle presenze, anzi è più che un rimbalzo, stiamo recuperando quote di mercato rispetto agli Paesi”. Lo dice il ministro del turismo Massimo Garavaglia, intervenendo a Porta Porta, dove Bruno Vespa sottolinea come finalmente Roma sia di nuovo piena di turisti dopo questi due anni difficili soprattutto per le città d’arte.
“Abbiamo un tasso di riempimento delle strutture – aggiunge – che è superiore del 10% rispetto al nostro competitor-amico principale, la Spagna. Lo abbiamo avuto in aprile, maggio, giugno. Sta andando davvero molto bene. Manca però il personale e quindi bisogna trovare delle soluzioni veloci e anche un po’ di fantasia. La proposta che abbiamo fatto è consentire un cumulo al 50% tra reddito di cittadinanza e stipendio degli stagionali. Mancano dalle 300 alle 350 mila figure nel settore turismo e considerando che abbiamo il 9% di disoccupazione, è evidente che c’è un problema”.
E rispodendo a Vespa che ha gli fatto notare come nella patria del turismo e dell’accoglienza manchi una grande catena alberghiera italiana, il ministro ha precisato: “è un problema storico dell’Italia che non ha investito nelle catene alberghiere e ce lo trasciniamo. Detto questo io non sono così contrario ai grandi fondi stranieri perché abbiamo bisogno di investimenti di qualità nel nostro Paese. L’importante però è che sia dia un servizio di qualità per tutte le tasche perché sicuramente in questo momento dopo la pandemia ci sono delle buone offerte di strutture di qualità nel nostro Paese per cui arrivano degli investitori” dice Garavaglia.
E a Vespa che puntualizza: “Diciamo pure delle svendite, ministro?”, Garavaglia ribatte: “Ahimè, tentiamo (come ha tentato il Governo precedente e noi con i fondi del Pnrr) di salvaguardarle e di evitare che ci siano delle svendite di soggetti iconici ma il nostro obiettivo è di creare una rete di strutture di qualità per tutte le tasche”.
Purtroppo il fondi del Pnrr per il turismo sono pochissimi: vale il 13% dl Pil ma ha ricevuto solo l’1% dei fondi. “Quindi cerchiamo di sfruttare – spiega Garavaglia – al meglio le poche risorse che abbiamo. Con l’effetto 2.4 miliardi li facciamo diventare quasi 7: ecco quasi tutti vanno per incentivare il miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva e soprattutto agevolare le aggregazioni verticali e orizzontali delle strutture. In Italia abbiamo un grandissimo numero di strutture ma mancano le catene. Poi sono strutture anni ’60 e ’70 con pochi posti e non riescono a reggere la concorrenza e a migliorare il numero di stelle. C’è anche un’ottima correlazione tra il numero di stelle e il rating bancario. Ora – conclude – è il momento di muoversi. Tutti gli interventi vanno in questa direzione”.