Nel 2012 oltre il 76% delle imprese turistiche è stato colpito dagli effetti della crisi economica, ravvisando un calo della clientela, pari al 29,6%, e del fatturato, pari al 31%. I dati arrivano da 'Impresa turismo', pubblicazione a cura dell'Isnart, sulla base di numeri forniti da Unioncamere e dall'Osservatorio nazionale del turismo.
La zona che più ne ha risentito è quella del Sud e delle Isole, dove l'88,3% ha avuto ripercussioni negative, che hanno causato una perdita del 35,5% di clientela e del 36% del fatturato annuo, mentre il Nord Est riesce a contenere il calo di clientela e fatturato intorno al 25% e al Centro si ritiene colpito "soltanto" il 57,6% delle aziende.
Tra le diverse tipologie ricettive, nel comparto extralberghiero le perdite sono state meno diffuse. Come effetto della crisi il 3,4% delle imprese turistiche italiane è stata costretta a chiudere l'attività; il 60% ha ridimensionato i propri piani di investimento per effetto della crisi, dato che sfiora il 73% nel Sud e nelle Isole.
Nonostante le difficoltà gli operatori turistici non si lasciano travolgere dal pessimismo, adottando, piuttosto, un atteggiamento di estrema cautela. La gran parte delle imprese ritiene, infatti, che nel 2013 l'andamento della clientela e del fatturato sarà stabile e circa il 13% ne prevede un aumento. Le aspettative negative sono condivise dal 17,5% delle imprese,che si aspetta una riduzione del volume della clientela e dal 18,1% che prevede un calo del fatturato. L'incertezza maggiore rispetto al futuro si sente al Sud e nelle Isole.
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