venerdì, 29 Marzo 2024

Lungo raggio fermo, adv e TO rischiano il collasso

Il turismo nazionale sta ripartendo così come quello europeo, anche se provato da mille difficoltà e cancellazioni, ma per quello a lungo raggio non si intravede nessuna via di uscita. “I viaggiatori che, da soli, stanno andando alle Maldive, in Messico o ai Caraibi lo fanno contravvenendo alle disposizioni ministeriali perché la normativa attuale consente solo i viaggi realizzati verso gli Stati parte dell’accordo di Shengen e il Regno Unito, Andorra, il Principato di M

onaco, Israele, il Ruanda, la Corea del Sud, il Giappone, Singapore, la Thailandia, il Canada e la Nuova Zelanda”, si legge in una nota, riportata da Il Sole 24 Ore, firmata da un gruppo di oltre cento tour operator italiani specializzati in viaggi extra-europei in cui chiedono che il governo tenga conto della loro situazione, che per loro non sospenda i ristori e intervenga con una moratoria sulla cassa integrazione e sul blocco dei licenziamenti.

Anche il presidente di Assoviaggi, Gianni Rebecchi, sollecita un rapido intervento del ministro del Turismo Massimo Garavaglia: “La confusione informativa di questi ultimi giorni sul Green pass ha scatenato il caos, creando una profonda incertezza ed allarmismo ingiustificato tra i viaggiatori che ha determinato un crollo delle prenotazioni e numerose cancellazioni, affossando ancora una volta il turismo organizzato, che era timidamente ripartito appena a giugno”.

In paerticolare, al governo Assoviaggi chiede l’immediato ‘sblocco’ del decreto ministeriale relativo al periodo agosto-dicembre del 2020, che è stato pubblicato già da due mesi mentre le imprese sono ancora in attesa dei ristori, perché il provvedimento di applicazione non è mai arrivato. Inoltre, occorre l’immediato rifinanziamento dello stesso fondo per tutto il 2021, oltre alla necessaria estensione degli ammortizzatori sociali ed alla proroga del credito d’imposta – oggi previsto fino al 31 luglio – almeno fino ad aprile 2022”.

“I prossimi mesi rischiano di mettere definitivamente in ginocchio le nostre imprese – conclude Rebecchi – la possibilità di chiudere i battenti per sempre è sempre più vicina: non c’è davvero più tempo da perdere, servono interventi immediati per salvare il turismo organizzato sia incoming che outgoing”.

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