Oltre 8,5 mln di italiani in viaggio per il Ponte di Ognissanti ma pesa il carovita

Nonostante il carovita gli italiani non rinunciano al ponte di Ognissanti. Come spiega la ministra del Turismo Daniela Santanchè “il
contesto internazionale e il giorno di festa in mezzo alla settimana rendono difficoltoso il raffronto con gli anni precedenti, ma rimane il fatto che la tendenza a viaggiare fuori stagione e a esplorare luoghi meno conosciuti stia diventando sempre più diffusa: la destagionalizzazione è già in atto. Come ministero – dice – stiamo cercando di incanalare le forze per rendere l’offerta turistica italiana fruibile tutto l’anno e,
come governo, vogliamo anche accendere i riflettori sui nostri borghi per incentivarne lo sviluppo, pure in ambito turistico”.

Focalizzando i numeri, secondo Federalberghi, saranno circa 8 milioni e 369 mila quelli che si metteranno in viaggio. L’89,8% dei vacanzieri italiani resterà nel Belpaese (il 66,2% nella regione di residenza) mentre il 10,2% andrà all’estero. Chi resterà in Italia sceglierà in primis mare (29,1%), località d’arte (24,7%) e montagna (21,5%). Per chi andrà all’estero, le mete più ambite saranno le grandi capitali europee (83,3%). Il giro di affari complessivo si attesterà su circa 3,77 miliardi di euro ma il risultato sarebbe potuto essere ancora maggiore se non fosse stato per l’aumento dei prezzi.

“Consideriamo pregevole la performance per il ponte di Ognissanti, una ricorrenza che solitamente ricongiunge le famiglie ai propri
affetti nei territori di origine. La Festa dunque è onorata – dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – ma resta per noi motivo di sconforto il fatto che nel 50,6% dei casi si è dovuto rinunciare al viaggio a causa del costo della vita. Tengo sempre a sottolineare che, a nostro avviso, la vacanza è un bene primario di cui devono poter usufruire tutti”.

Tra il 28 ottobre e il 1 novembre le strutture ricettive italiane – secondo dalle stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti – dovrebbero registrare 4,8 milioni di pernottamenti, 200mila in meno rispetto allo scorso. A pesare sugli arrivi è l’incertezza meteo di ottobre, ma la domanda straniera resta buona. Dai dati emerge un andamento differenziato per le diverse tipologie di prodotti turistici (il tasso di occupazione delle strutture attive nelle città e centri d’arte si attesta al 78%, con punte molto al di sopra dell’80% nelle principali città italiane) e anche nei diversi ambiti territoriali (con il tasso di saturazione più elevato dell’offerta al Nord).

Secondo Federturismo Confindustria, che sottolinea comunque il costo della vita sempre più alto, i connazionali in partenza sono comunque oltre 7,5 milioni. Prediligeranno l’Italia rispetto all’estero, con una preferenza per città d’arte, piccoli borghi e località termali trascorrendo in media due notti fuori casa in prevalenza presso parenti e amici, ma anche nelle strutture alberghiere in cui il tasso di occupazione in città come Roma supererà ampiamente l’80%. Seguono Firenze e Milano. Promettono bene gli arrivi di turisti internazionali con
una forte presenza di americani, francesi e inglesi. Mentre il conflitto in Israele e le ripercussioni in Medio Oriente hanno frenato la voglia degli italiani di intraprendere un viaggio in paesi più lontani facendo ricadere la scelta sulle capitali europee.

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