Le principali associazioni di categoria del turismo sono intervenute in audizione alla commissione Bilancio della Camera sull’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Tutti d’accordo sulle nuove politiche di intervento per elevare gli standard qualitativi delle strutture e per assistere le piccole e medie imprese turistiche ma l’obiettivo resta lo stesso: servono più risorse e l’impegno ad evitare lungaggini burocratiche.
“Il decreto Pnrr Turismo dimostra l’attenzione del Governo e del Ministro Garavaglia a sostenere le imprese e lo sviluppo del settore. Obiettivi ben centrati, misure ampie e articolate indispensabili per supportare competitività e crescita del settore alberghiero italiano”, ha detto Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. “Gli alberghi, oltre alla già drammatica situazione del 2020, hanno perso totalmente la produzione dei primi 5 mesi del 2021 e le immagini delle spiagge piene dell’estate scorsa possono aver dato l’idea che la crisi fosse ormai superata. I mesi estivi hanno da un lato visto crescere la domanda del mercato interno per le destinazioni mare ma hanno lasciato in una situazione di gravissima difficoltà l’offerta più vocata al turismo internazionale con particolare riferimento alle città d’arte. Fondamentale quindi stimolare gli investimenti destinati ad attività di ristrutturazione e riqualificazione”. Secondo ConfAlberghi sul credito d’imposta, per le ristrutturazioni, “lo stanziamento risulta insufficiente, considerata anche l’ampiezza della platea dei beneficiari. Il rischio è che si realizzi una sorta di click day, come quello che già visto per il tax credit ristrutturazione, in cui i fondi si esaurirono in pochi secondi”.
Secondo Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, “per puntare ad avere un turismo sempre più di qualità dobbiamo investire nella digitalizzazione complessiva del Sistema-Paese, nell’impulso al trasporto ferroviario veloce e locale, nella riqualificazione anche delle medie stazioni, con aeroporti moderni e nella ‘svolta green’ delle imprese di settore. Nelle risorse del Pnrr vediamo il potenziale capace di rendere il turismo italiano sempre più competitivo e performante”. Anche secondo Assoturismo le risorse stanziate sono esigue: “Nell’attesa dell’emanazione dei provvedimenti attuativi delle disposizioni – dice Messina – è fondamentale, in questa fase di rilancio, fare in modo che le risorse stanziate arrivino alle attività economiche che più ne necessitino. Tuttavia, sulla base di stime effettuate, riteniamo che tali risorse non siano sufficienti e auspichiamo dunque un incremento congruo della dotazione delle stesse”.
“Le strutture turistico ricettive e termali – ha aggiuto il direttore generale di Federalberghi Massimo Nucara – sono quelle che continuano a pagare il prezzo più alto. Il 2020 è stato disastroso e anche il 2021 è fonte di grande sofferenza. Nei primi dieci mesi di quest’anno, nonostante i segnali positivi registrati nella seconda metà del mese di luglio e nel mese di agosto in alcune località che si rivolgono prevalentemente al mercato interno, sono mancate all’appello 138 milioni di presenze turistiche, con un calo del 34,2% rispetto al 2019), di cui 109 milioni relative ai turisti stranieri. Un dato allarmante, considerato che in un anno “normale” i turisti internazionali contribuiscono per il 50,5% al totale dei pernottamenti e che la spesa dei turisti stranieri contribuisce al saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro. E infatti, nei primi otto mesi del 2021, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è diminuita di quasi 19 miliardi di euro, con un calo del 61,4% rispetto al 2019. Emblematico il caso di Roma, dove oltre 400 alberghi su 1.200 sono chiusi pressoché ininterrottamente dal mese di marzo 2020 e nei primi nove mesi del 2021 la percentuale di occupazione camere è pari a al 28,3%. Non si tratta di un caso isolato: nelle città Milano, Venezia e Firenze, nel medesimo periodo, la percentuale di occupazione camere è attestata intorno al 30%. Per le imprese del comparto turistico ricettivo, la perdita di fatturato nei primi dieci mesi del 2021 è di circa 9 miliardi rispetto al 2019″.