martedì, 5 Novembre 2024

Pronta la banca dati delle strutture ricettive, Garavaglia firma decreto

Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha firmato il decreto ministeriale che disciplina la banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati agli affitti brevi. La misura era prevista dal decreto legge 30 aprile 2019, n. 34. L’introduzione della banca dati, adottata in pieno accordo con le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, rende omogenei i dati delle strutture ricettive su base nazionale. E’ previsto, infatti, che la banca dati indichi una serie di parametri idonei ad individuare la struttura ricettiva. Parametri come: la tipologia degli alloggi, l’ubicazione, la capacità ricettiva, gli estremi dei titoli abilitativi richiesti ai fini dello svolgimento dell’attività ricettiva, il soggetto che esercita l’attività, anche in forma di locazione breve, il codice identificativo regionale, o laddove questo non sia stato adottato, un codice alfanumerico generato dalla banca dati stessa. Si tratta, insomma, di uno strumento in grado di semplificare l’azione degli operatori; tutelare, nel nome della trasparenza, la filiera del turismo e i consumatori; agevolare la cooperazione tra il ministero del Turismo e le autonomie territoriali, nel pieno rispetto della protezione dei dati personali. Da sottolineare che la banca dati ha ricevuto parere favorevole dal Garante per la protezione dei dati personali.

“Adesso – ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – auspichiamo che davvero si possa contrastare con forza la piaga dell’abusivismo. Apprezziamo pertanto la scelta del ministero del Turismo che mostra di andare nella direzione giusta, mettendo ordine in un ambito in cui la deregulation è di casa. La speranza è che l’istituzione del codice identificativo possa finalmente fare da deterrente ad ogni forma di irregolarità che, in un periodo di così grave crisi, non farebbe che aggravare la condizione delle nostre imprese, già duramente provate a causa della pandemia- L’osservatorio realizzato da Federalberghi con la collaborazione di Incipit consulting e Inside Airbnb, nel mese di settembre 2021 – ha aggiunto Bocca – ha rilevato 440.785 alloggi italiani presenti sulla principale piattaforma online dedicata alle locazioni brevi facendo emergere che non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggioranza (il 55%) degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno”, come “non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, sono attività economiche a tutti gli effetti: più della metà (64%) degli annunci sono pubblicati da host che gestiscono più alloggi, con casi limite di soggetti che gestiscono più di 1.000 alloggi. Infine “non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci (79,7%) si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno” e “non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali”.

“Ringraziamo il Ministro Garavaglia e attendiamo che il decreto venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo il vaglio della Corte dei Conti per leggere nel dettaglio le misure predisposte – ha sottolineato Marco Celani, presidente Aigab, l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi che rappresenta i gestori che operano professionalmente sul mercato italiano dello short term -. Ora è importante che il ministro mantenga aperto il dialogo con gli operatori del settore in modo da rendere semplice ed economico comunicare i dati senza eccessivi aggravi per gli utenti e anche perchè c’è ancora molto da fare. Quel che occorre è controllare e sanzionare eventuali abusi per consentire agli operatori legali di lavorare in un regime vera concorrenza”.

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