“Siamo al 54.5%, il 10% in più rispetto all’anno scorso. La novità è che iniziano a tornare gli stranieri, in particolare gli americani, che da soli valgono un punto di Pil. L’anno scorso abbiamo perso 27 miliardi per l’assenza degli stranieri. Quest’anno sarà una stagione diversa e più lunga: grazie ai vaccini, a settembre non si richiude”. Ad affermarlo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia commentando i primi segnali di ripresa del settore turistico.
Centrale sarà il Green Pass europeo, al via il 1 luglio. “Ben venga, ma tutto quello che riusciamo a anticipare è meglio: c’è la necessità di essere veloci, possibilmente più veloci degli altri”, sottolinea il ministro, che pensa a interventi che per il recupero dei lavoratori stagionali.
“I flussi sono in aumento, ma non siamo ancora fuori dal pantano – commenta Ivana Jelinic, presidente di Fiavet – Abbiamo un 10% in più di richieste da parte degli italiani, un 12% in più dagli stranieri. A muoversi sono in particolare i mercati di prossimità, Germania, Francia, Austria: si tratta di turisti che possono raggiungere facilmente l’Italia in macchina, in maniera autonoma, decidendo anche all’ultimo momento. Mancano invece all’appello i grandi flussi organizzati, che hanno bisogno di programmazione. Ci auguriamo che gli americani, in particolare, tornino a settembre-ottobre, se la stagione, grazie alla campagna vaccinale, andrà avanti senza intoppi”.
“In tanti aspettano di capire come funzionerà il Green Pass, come ottenerlo. E poi non dimentichiamo che Paesi come la Grecia o la Turchia accettano il vaccino Sputnik che non ha ancora avuto il via libera dall’Ema: tanti russi stanno scegliendo quelle destinazioni – aggiunge presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – Nel complesso c’è comunque tanta voglia di riprendere a viaggiare, ma si tratta ancora di turismo di estrema prossimità. Puntiamo nel 2022 a toccare l’80% del giro d’affari del 2019, se si andrà verso un’apertura definitiva grazie ai vaccini. Per quest’anno – conclude Lalli – ci aspettiamo tra il 52 e il 58% in termini di fatturato, pernottamenti e movimenti rispetto al 2019”.
Secondo Confturismo Confcommercio l’indice di fiducia dei viaggiatori italiani abbia recuperato a maggio 12 punti in un mese, toccando quota 69, praticamente lo stesso livello di due anni fa. Gli italiani tornano a viaggiare: il 41% degli intervistati – quasi 10 milioni e mezzo in rapporto alla popolazione dei vacanzieri estivi abituali – ha già prenotato o sta finalizzando la prenotazione in queste ore, mentre scende di 4 punti – dal 25% al 21% – la quota di coloro che restano scettici. L’86% resterà in Italia, il 14% andrà oltre confine.
Il problema è però la concentrazione dei flussi: oltre a scegliere in prevalenza solo il mare, il 46% degli italiani sceglie agosto per la vacanza principale, una percentuale che sale al 64% se si aggiunge l’ultima quindicina di luglio. Un 9% sceglie giugno, mentre restano stabili al 14% la prima quindicina di luglio e settembre. Per questo Luca Patanè, presidente di Confturismo, propone di “incentivare ancora di più quelli che possono programmare una vacanza in questi mesi, usando strumenti come il tax credit vacanze”.