La baia dello sceicco. Questo significa nella traduzione dall’arabo Sharm el-Skeikh, una delle mete a medio raggio preferite da 40 anni dagli italiani. Già, da 40 anni. Perché prima di allora, la perla del Mar Rosso non era che un piccolo insediamento di pescatori incastonato tra le
acque cristalline e il deserto della penisola del Sinai. È a partire dal 1982 che il governo egiziano inizia a investire su uno sviluppo turistico che ne ha cambiato e continua a cambiarne costantemente e totalmente l’aspetto.
Del villaggio dei pescatori è rimasto ben poco (anche la vecchia Sharm è ormai solo un pullulare di botteghe e negozi di souvenir), mentre alberghi e resort per tutte le tasche si moltiplicano lungo la costa, permettendo alla località di non conoscere crisi e di superare i momenti bui (come gli attacchi terroristici del 2005 che provocarono un forte rallentamento degli arrivi e il più recente lockdown).
L’anno scorso, con la ripresa post pandemia, Sharm ha registrato quasi 2 milioni di presenze (1 milione 893mila di arrivi in aeroporto) mentre nei primi cinque mesi del 2023 è stato già superato il milione. A farla da padroni sono soprattutto i russi: quasi mezzo milione nel 2022 (454mila presenze), 270mila nel 2023. Gli italiani sono la seconda nazionalità per numeri assoluti: 278mila nel 2022, 155mila dall’inizio di quest’anno. Britannici, belgi, tedeschi, norvegesi ed ex repubbliche sovietiche, tra le altre nazionalità affezionate alle spiagge dorate e alla barriera corallina di Sharm.
“Il clima piacevole tutto l’anno, la possibilità di raggiungerla in 4 ore, il mare straordinario, il prezzo accessibile anche per le famiglie spiegano il successo costante nel tempo di Sharm el-Sheikh tra gli italiani”, sottolinea Michele Matone, product manager del gruppo Nicolaus.
La family company pugliese dei fratelli Giuseppe e Roberto Pagliara, che punta molto sul Mar Rosso (considerando anche Marsa Alam), ha
riportato il marchio Valtur a Sharm el-Skeikh con il Reef Oasis Blue Bay, a Pasha Bay (con accesso diretto sulla barriera corallina), e con l’Albatros Laguna Vista (affacciato sulla baia caraibica di Nabq e più adatto alle famiglie), oltre ai resort che fanno capo a Nicolaus, con circa 10mila presenze lo scorso anno “e puntiamo a raddoppiare quest’anno”, aggiunge Matone. “Il concetto del villaggio è molto diverso dal passato – spiega Sara Prontera, direttore Marketing del gruppo – se prima si viveva solo all’interno, oggi c’è uno scambio con ciò che c’è fuori”.
Anche a Sharm dunque si va alla scoperta di Naama Bay, con la sua passeggiata decorata da filari di palme, ricca di bar e ristoranti; del Parco Nazionale di Ras Muhammad, una delle mete preferite dagli appassionati di immersioni grazie alla fauna e alla flora marina che affollano le barriere coralline di Shark e Yolanda e i dintorni del relitto Thistlegorm; si va nel deserto per una tipica cena beduina cotta sotto la sabbia allietati da uno spettacolo di danza del ventre o si passa una serata allo spettacolare Farsha Mountain Lounge, un bar incastonato in un’insenatura a picco sul mare, per sentirsi un po’ pirati per una notte.