Dopo gli ampi consensi ricevuti sulla stretta del Viminale alle sempre più usate keybox e pulsantiere, utilizzate per consentire ai turisti di procedere con il self check-in senza la presenza del gestore in caso di affitti brevi, adesso arriva anche qualche dubbio. Soprattutto all’interno della coalizione di governo. “Esprimiamo perplessità sulla norma che impone l’obbligo di identificazione fisica dei clienti ai titolari di strutture che offrono affitti brevi. La sicurezza – spiega il dipartimento economico della Lega – deve essere tutelata, ma l’identificazione a distanza che offre garanzie, non va confusa con il semplice invio di una fotocopia. In molti contesti, compresi quelli delle aree interne, l’identificazione a distanza permette di tenere in vita strutture che altrimenti dovrebbero chiudere. Chiediamo maggiore attenzione su una misura che rischia di alimentare il nero e di penalizzare ulteriormente il diritto di proprietà”.
Il coordinatore dei dipartimenti della Lega Armando Siri poi precisa: “L’identificazione a distanza viene fatta per lo Spid, per la posta certificata, per aprire un conto corrente, perché non farla anche per i clienti di un b&b? Se non è un sistema sicuro, allora stiamo dicendo che mafiosi, criminali, terroristi possono aprire un conto a distanza senza problemi. In tutte le strutture ricettive ci sono telecamere e sistemi di controllo che trasmettono i dati alle questure”.
Torna a difendere l’operato del Viminale la ministra del Turismo Daniela Santanchè che all’assemblea generale di Alis incontra il collega Matteo Piantedosi: “Gli faccio i complimenti perché è sempre molto attento alla sicurezza dei nostri cittadini e della nostra nazione. Voi come sapete negli affitti brevi non sempre venivano rispettate quelle che sono le prescrizioni e la legge sul terrorismo del 1982, per cui ha divulgato questa circolare molto importante per la sicurezza dei nostri cittadini”. Secondo Santanchè “dimostra che questo è un governo di squadra, i ministri lavorano assieme perché ci sono delle competenze che sono trasversali”. E in precedenza all’evento Special Olympics interrogata sulla nota leghista ribadisce: “Questo è garantire più sicurezza ai nostri cittadini, quindi sono certa che la Lega la pensi esattamente così e soprattutto il ministro dell’Interno”.
Particolarmete soddisfatto si è detto l’eurodeputato Dario Nardella, ex sindaco di Firenze: “l’esplosione di keybox nelle città d’arte e turistiche snatura il concetto di accoglienza e crea seri problemi di sicurezza perché non garantisce l’identificazione degli ospiti”.
Per il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, “ben vengano i sacrosanti controlli sanciti dal Viminale, che sosterrò a spada tratta” mentre il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi annuncia che presenterà a breve una proposta di legge.
Plaudono anche i sindaci. Se il romano Roberto Gualtieri spiegava che avrebbe sentito prefetto e questore “per studiare le modalità di intervento più adatte a capire come rimuovere rapidamente tutte le keybox”, la prima cittadina di Firenze Sara Funaro sottolinea che “grazie a quello che è stato ribadito dalla circolare e dalle analisi che stiamo facendo c’è l’intenzione di andare a intervenire sotto il profilo della garanzia della sicurezza sul territorio”.
Per Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, “la circolare è una protezione anche per tutti gli ospiti delle strutture ricettive, di qualunque genere, che hanno diritto di dormire tranquilli senza preoccuparsi del rischio che nella stanza accanto alloggino dei malintenzionati”.
Infine per il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, il ministero dovrebbe ricalibrare la propria interpretazione della normativa ‘modernizzandola’.
Secondo i calcoli di Jfc, Airbnb in Italia gestisce oltre 608mila alloggi e nel 2023 ha transato, sul mercato italiano, un valore stimato pari a 7 miliardi 553 milioni di euro.