“In Trentino sono esagerati: stanno mettendo le colonnine di ricarica addirittura in tutti gli alberghi! Ma ci ha sorpreso la Sicilia, dove si può già ricaricare l’auto elettrica in tantissimi posti ma abbiamo visto che in città come Palermo non si sono fermati a installare nuove colonnine”.
Questa la sintesi dell’esperienza di Syusy Blady dopo aver girato, con la figlia Zoe, sei puntate del nuovo programma “In viaggio con mia figlia”, in onda su Rete 4 dal prossimo 10 giugno ogni domenica alle 11 del mattino.
La conduttrice televisiva ha realizzato un viaggio per tutta l’Italia nello stile che l’ha resa celebre insieme al marito, Patrizio Roversi, ma questa volta ha fatto coppia con la figlia, Zoe. Terza protagonista del programma è l’auto, che porta lo stesso nome: Zoe. Una Renault completamente elettrica con la quale hanno percorso l’intero stivale e hanno conosciuto migliaia di persone.
“Abbiamo voluto presentare un’Italia autentica” ha spiegato Syusy “e dimostrare che si possono fare viaggi anche lunghi con l’elettrico. Quindi, un’esperienza ecologica e social, perché questo mezzo di trasporto ci ha anche consentito di arrivare in tutti i posti in modo meno invasivo, meno rumoroso. E non abbiamo mai avuto problemi di ricarica, nonostante le auto elettriche non siano ancora così tanto diffuse”.
Per la figlia della conduttrice, che si è appena laureata in antropologia, è stata la prima esperienza realmente lavorativa insieme alla madre.
“Sono sempre stata accanto a mia madre nei suoi programmi, fin da quando ero bambina” ha raccontato durante la conferenza stampa di presentazione “ma questa volta sono stata impegnata in prima persona nella preparazione del programma e nella conduzione. Ed è stato un modo per conoscerla meglio, apprezzarla anche di più. Certo, come antropologa avrei voluto approfondire tutte le realtà che abbiamo visto e rimanere nei posti molto più a lungo. Ma porto a casa veramente l’immagine di un’Italia non solo bella e varia ma soprattutto fatta di persone che vivono con entusiasmo tutto quello che fanno. Mi sono rimasti impressi, per esempio, i figuranti della Storia Bandita, in Basilicata, che vivono quella rievocazione storica come un modo per ribadire la propria identità. Così come ho scoperto che il Palio di Siena è non solo un grande spettacolo ma soprattutto un modo per creare coesione tra le persone che vivono quell’esperienza collettiva”.