Sono quasi 14 milioni in tutto il mondo le persone con un patrimonio di almeno un milione di dollari (escluso l’immobile di residenza), mentre i billionaire, cioè quelli che sfondano il miliardo di dollari sarebbero 2100. Sono soprattutto loro, i ‘Paperoni’, quelli che alimentano il mercato dei viaggi di lusso, un settore che nel 2016 è cresciuto di un altro 7% e ha generato un giro di affari di 7,3 miliardi di euro. E che interessa tantissimo il nostro Paese visto che il Luxury Travel rappresenta il 12,2% dei flussi di viaggiatori in Italia, addirittura il 20% se si considerano solo i turisti stranieri. I Super ricchi d’altra parte viaggiano tanto e non badano a spese: 3.265 euro di media per viaggio/persona.
Sono questi alcuni dei dati di uno studio condotto da Magda Antonioli Corigliano, direttrice Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi e da Sara Bricchi, ricercatrice del MET – Università Bocconi che sarà presentato il 4 aprile nella giornata conclusiva della Bit di Milano.
Il Luxury Travel – sottolineano i primi dati anticipati della ricerca – può contare sui 185 miliardi di euro di fatturato generati da ospitalità alberghiera e crociere di lusso a cui vanno sommati almeno una parte dei 112 miliardi prodotti da food e wine, mentre le crociere si segnalano con un trend in crescita del 5% anche nel 2016. In Europa questo frutta lavoro per 1.700.000 addetti di cui 550.000 solo in Italia.
Ecco spiegato perché il ‘Riccone’ (High Net Worth Individuals nel termine tecnico della ricerca) sarà la preda più ambita degli operatori nella speciale sezione Luxury della prossima Bit. Secondo una fotografia si tratta di persone sulla quarantina, consumatori consapevoli delle loro scelte che danno molta importanza alla famiglia e agli amici, che ambiscono a trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale, che amano le esperienze più che i simboli di status, che percepiscono la ricchezza come mezzo per vivere appieno la vita e che amano i viaggi, l’enogastronomia e, tra gli sport, il golf. Sono soprattutto statunitensi, cinesi, giapponesi, canadesi (l’Italia nella top ten dei milionari in dollari è al decimo posto) ma sono i nuovi ricchi dei paesi emergenti a segnare il trend più in crescita: India +12,8%, Russia +9%, Paesi del Golfo +4,5%. L’Italia, che risulta stabilmente meta più desiderata dai Luxury Travel stranieri – sottolinea la ricerca – ha ancora margini di miglioramento sia per quanto riguarda gli arrivi, sia per quanto concerne la spesa. Secondo gli esperti del settore, per crescere ancora deve fare leva sulla propria cultura e sulla propria identità rivedendola in chiave contemporanea.
Cruciale, infine, il ruolo giocato dagli intermediari: se il 70% dei luxury traveler sceglie tour indipendenti (Visa), la maggior parte di essi ricerca però anche l’esperienza di un consulente, che sia un concierge o un operatore dell’intermediazione, che sia in grado di tradurre le necessità e i sogni del singolo in un’esperienza tailor-made, nonché di metterlo in contatto con i brand e le realtà del lusso nella destinazione.
La tecnologia e il mobile giocano sicuramente un ruolo funzionale importante in questo ambito e l’utilizzo intelligente delle “tracce digitali” lasciate dai luxury traveler consente di ottenere informazioni preziose su preferenze e comportamenti di consumo utilizzabili per migliorare tanto il prodotto/servizio offerto, quanto le operations. Non bisogna però dimenticare come in questo segmento è la relazione umana a fare la differenza ed è pertanto particolarmente importante prestare attenzione alle Risorse Umane, ed in particolare al personale di contatto, con azioni specifiche di talent scouting, training, motivazione, employer branding e retention.