Federalberghi Torino traccia un bilancio della stagione e spera nel 2022

Nel 2020 il comparto turistico-ricettivo torinese ha perso il 70% del fatturato – 280 milioni di euro e ha dovuto rinunciare a 2,4 milioni di presenze. Il tasso di occupazione delle camere è crollato del 60% rispetto al 2019. La pandemia, i lockdown e le restrizioni a viaggi e spostamenti hanno interrotto un trend di crescita che durava da un decennio. L’andamento addirittura peggiora nei primi mesi del 2021 con l’Italia divisa in zone rosse, arancioni e gialle e con il blocco degli spostamenti tra regioni e registra un ulteriore calo del 55% rispetto al 2020. La ripresa è attesa a partire dal 2022 ma un primo anticipo si potrebbe avere già in autunno grazie agli eventi in presenza e alle Nitto Atp Finals, il Salone del Libro, Artissima, il TFF che potrebbero riportare a Torino flussi turistici più consistenti. 

L’andamento del tasso di occupazione delle camere nel 2020 fotografa fedelmente l’impatto del Covid-19 sul turismo torinese. A eccezione di gennaio e febbraio, quando la pandemia sembrava un problema lontano e controllabile, i mesi di marzo e aprile caratterizzati dal lockdown hanno fatto registrare un’occupazione dell’1%, rappresentata in buona parte dai pochi trasfertisti rimasti e dal personale sanitario. L’estate, nonostante i bonus vacanza regionali e nazionali, ha chiuso con un tasso medio di occupazione del 35%. La reintroduzione delle limitazioni a partire da novembre e il blocco della stagione invernale hanno riportato le percentuali di occupazione delle camere al 10% per tutto il periodo invernale in città, e vicino allo 0% in montagna. In entrambi gli anni il turismo business è stato pressoché azzerato dallo smart working e dalla riduzione delle trasferte e dei convegni, e si avverte ancora la mancanza dei flussi turistici dall’estero.

I primi dati sul 2021 rivelano che l’andamento è peggiore rispetto allo stesso 2020. Nei primi cinque mesi il tasso di occupazione delle camere è stato più basso rispetto al gennaio-maggio 2020, facendo perdere alla città un altro milione di presenze rispetto al 2019 e 250mila rispetto al 2020. Ciò significa che la crisi economica che sta attraversando il settore è, presumibilmente, nel suo apice peggiore. L’estate e la rimozione delle limitazioni potrebbero non bastare a salvare l’anno; Torino nel periodo estivo vive da sempre un calo delle presenze, peggiorato dal pesante calo dei convegni e degli eventi in presenza che hanno ripreso solo da poco, leggermente meglio invece la tendenza in montagna dove, tuttavia, il vero banco di prova sarà la prossima stagione invernale.
È  il quadro dipinto da Federalberghi Torino in occasione della consueta Assemblea Annuale dell’associazione. 

In ottobre Torino sarà chiamata alle urne per eleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale. A questo proposito Federalberghi Torino intende rivolgere una serie di richieste al futuro sindaco, a cominciare da un assessorato dedicato al Turismo e svincolato da altre deleghe, un modello di governance del comparto e maggiori investimenti per rendere Torino più attrattiva e appetibile per i turisti. In particolare, Federalberghi Torino chiede che il turismo venga definitivamente riconosciuto come asset strategico per la città e la creazione di un modello di sviluppo chiaro che possa trasformare Torino in una mèta turistica. A tale proposito l’Associazione di categoria ha stilato un manifesto programmatico che è stato consegnato ai candidati sindaco.

“Veniamo da un periodo, peraltro non ancora terminato, che ha segnato l’anno zero per il comparto turistico-ricettivo torinese dopo un decennio di crescita lenta ma costante che aveva portato a identificare Torino come una destinazione turistica – dice Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – ora occorre ricostruire e ripartire il più in fretta possibile. In autunno due eventi diversi potrebbero segnare un necessario cambio di passo, da un lato le Nitto Atp Finals che riporteranno le attenzioni internazionali su Torino e dall’altro le elezioni Amministrative con l’investitura di un sindaco cui toccherà il compito di far ripartire la città. Ai candidati sindaco e a chi sarà eletto chiediamo che venga istituito un assessorato al Turismo che possa essere interlocutore unico e privilegiato per il settore, un sistema di governance che lavori sull’attrattività delle nostre destinazioni a tutti i livelli e un modello di sviluppo che avrà giocoforza un impatto sui prossimi dieci anni di Torino”.

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