Al Museo Egizio in mostra l’avventura archeologica italiana in Egitto

 

Fino al 10 settembre si potrà visitare la prima mostra dedicata alla Missione Archeologica Italiana in Egitto e all’avventura del suo fondatore, Ernesto Schiaparelli. Per la prima volta, infatti, sono riuniti insieme documenti d’archivio e materiali fotografici che raccontano l’attività della Missione Archeologica Italiana in Egitto nei primi decenni del XX secolo, tra successi, imprevisti e difficoltà. Ne emergono anche i profili di numerosi personaggi, più o meno noti, protagonisti delle ricerche archeologiche del Museo Egizio.
Le loro biografie e il loro contributo all’arricchimento delle collezioni sono ripercorsi attraverso l’esposizione di oggetti di lavoro e testimonianze dirette: in questo modo, anche uomini e donne vissuti nel secolo scorso sono studiati al pari dei personaggi antichi.
“Dedicare una mostra temporanea alla Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) – spiega il direttore Christian Greco – e alla figura di Ernesto Schiaparelli che ne fu il fondatore, significa rendere omaggio a uno degli elementi costitutivi dell’identità del Museo Egizio”.
Le storie dei singoli protagonisti si intrecciano tra loro e tessono una trama narrativa più ampia e articolata che illustra l’epopea delle avventure archeologiche italiane nella Valle del Nilo.
L’ingente mole di reperti portati in Italia testimonia l’intensa attività di scavo, documentazione, studio e catalogazione svolta sia sul sito sia dopo l’arrivo dei materiali a Torino. Scritti e oggetti presenti in esposizione permettono di contestualizzare la complessità delle variabili di cui si doveva tenere conto, considerando anche le condizioni climatiche, geografiche e socio-politiche dell’Egitto dell’epoca.
“Credo che sia molto importante valorizzare il rapporto che lega il Museo Egizio a Torino – sottolinea il presidente Evelina Christillin – Il contesto storico generale in cui si colloca l’avventura archeologica del Museo Egizio è ricostruito all’inizio del percorso, inquadrando gli eventi principali nella più ampia cornice politica e culturale dell’inizio del Novecento, quando gli studiosi intrattenevano rapporti professionali e personali con i più eminenti ricercatori italiani e stranieri, mentre le innovazioni tecnologiche iniziavano a condizionare il lavoro e la vita di tutti i giorni. Infatti, in quegli anni Torino si connotava come polo industriale e creativo, brulicante di movimento e fiducia nel progresso”.
L’esposizione mira a sottolineare la centralità della ricerca nella valorizzazione della collezione, basata sulla lettura contestuale di oggetti e materiali d’archivio, che sono anche rivelatori del profondo legame fra politica e archeologia esistente in quegli anni. Contenuti multimediali, mappe, fotografie di grande formato, ricostruzioni di ambienti fisici e virtuali regalano al pubblico un’ esperienza immersiva e coinvolgente. Per arricchire l’esperienza di visita, il Museo Egizio ha collaborato con la Scuola Holden per lo storytelling della mostra. Tramite l’audioguida, si affidano idealmente al visitatore la colonna sonora e i dialoghi di un film, le cui immagini sono create dagli oggetti in mostra. Ed è proprio Ernesto Schiaparelli ad accompagnare il pubblico in questo viaggio, che parte dal suo ufficio di Torino per arrivare in Egitto attraverso una narrazione appassionata, scritta da Alessandro Avataneo e interpretata dall’attore Gianluca Ferrato.

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