A Torino il turismo sportivo vale 20 milioni

Uno studio dell’Università di Torino ha messo i luce che a riempire gli alberghi di Torino sono i turisti dello sport, che provocano una ricaduta economica da 20 milioni di euro e un moltiplicatore impressionante: fino a 117 euro finiscono nell’economia locale per ogni euro di sponsorizzazione del Comune. La ricerca, commissionata dall’assessorato allo Sport ed effettuata dall’osservatorio Omero, non si riferisce all’anno in corso, in cui Torino sfoggia il vessillo di Capitale europea dello sport che attrae le più disparate manifestazioni in ogni disciplina, ma sono relativi al periodo 2011-2014.

I ricercatori si sono concentrati sull’analisi di 11 eventi sportivi diversi per tipologia, pubblico e attrazione mediatica: campionati italiani di nuoto master della Uisp nel 2011, Coppa Davis di tennis, Italia-Germania e Italia-Cuba per la World league di pallavolo, Swimming cup, Open di golf e campionato del mondo di danze caraibiche e Italia-Australia di rugby nel 2013, Italia-Germania per la World league di pallanuoto, campionato italiano A1 di ginnastica artistica, Swimming cup e finale Siviglia-Benfica di Europa league di calcio nel 2014.  Quest’ultimo evento, irripetibile nei prossimi decenni, ha fatto lievitare i ricavi in termini economici. Tuttavia, anche escludendo quella partita, lo studio rivela che la ricaduta economica del turismo sportivo in città vale tra i 9 e i 10 milioni di euro.

A comporre questa cifra concorrono le varie spese effettuate sul territorio: degli organizzatori ma anche degli atleti, dei loro staff, di amici e parenti che li seguono, e del pubblico, composto prevalentemente da turisti (tra gli 89 e i 104 mila) che si fermano a dormire almeno una notte e in misura minore da escursionisti mordi e fuggi. Tra alberghi, pasti, trasporti, acquisti e svago, chi è arrivato a Torino per seguire un evento ha speso complessivamente tra i 15 e i 17 milioni. Va infatti notato che molti eventi non si concludono nel giro di poche ore, ma si articolano in più giorni di gara.

Tutto questo a fronte di contributi da parte del Comune di 364 mila euro, parte in denaro e parte in servizi. Una cifra già di per sé contenuta che viene dimezzata se si considerano gli incassi della tassa di soggiorno pagata in albergo dai turisti dello sport.

“In passato era la città che doveva chiedere e pagare per portare eventi sportivi di una qualche importanza – ha spiegato Stefano Gallo, assessore comunale allo Sport e tempo libero – Adesso la prospettiva è ribaltata e gli organizzatori e le federazioni vengono a costo zero o con contributi di poche migliaia di euro. Questo perché abbiamo creato un modello di marketing basato sull’appeal, che invoglia gli sponsor privati a sostenere queste manifestazioni, oltre a pacchetti di ‘assistenza’ per esempio con Turismo Torino che aiutano il pubblico a organizzare la trasferta”.

“Lo sport può essere parte integrante del brand di Torino”, si legge nel rapporto. Ma non mancano le critiche: nonostante tutti i turisti se ne vadano con un giudizio rivalutato rispetto alla città, qualcuno sottolinea che, a parte il centro, non si ha l’impressione di una città viva e che si diverte, ma di una attraversata dalla crisi. Inoltre gli impianti sono di ottimo livello, molti eredità delle Olimpiadi invernali, ma ancora con qualche problema di barriere architettoniche per i disabili.

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