Con ‘Vistaterra’ il Canavese guarda al turismo sostenibile

Se tutti cercano una camera “vista mare”, ecco che dal Canavese propongono un intero comprensorio “Vistaterra”. La terra è al centro del progetto presentato a Milano, all’interno del padiglione Slow Food di Expo, e comprende ricettività turistica, produzioni agricole e altre attività finalizzate alla valorizzazione del territorio.

L’inizio dell’attività vera e proprio è previsto per il 2017, ovvero a tre anni dall’inizio dei lavori: 40 milioni di euro di investimento che dovranno portare a un giro d’affari di 17 milioni di euro, ma solo dopo la fase di avvio, che è stata valutata in quattro anni dall’apertura.

La sintesi del progetto è nel suo pay off: “L’agriparco che abbraccia il castello”. Il parco è un’area di 37mila mq nel quale sono compresi i vivai voluti negli anni ‘50 da Adriano Olivetti, il personaggio simbolo di Ivrea. I vivai sono stati ripristinati e costituiscono un’attività integrata ma autonoma. Così come saranno le altre singole attività che si svolgeranno all’interno del castello e del parco: servizi turistici e culturali che saranno veicolati da una proposta commerciale integrata e legata alla sostenibilità.

In particolare, all’interno del castello prenderà vita una residenza di charme, un centro di servizi business, una spa, una caffetteria, un ristorante gourmet, un birrificio con produzione propria, mentre nelle corti dell’edificio storico troveranno collocazione botteghe con una proposta di prodotti artigianali e a km zero. Nell’area del parco inoltre è previsto un biolago balneabile con punto ristoro, dei laboratori artigianali in grado di valorizzare, ancora una volta e sotto una diversa forma, le eccellenze del territorio e infine un garden center.

L’idea e la proprietà dell’intero progetto è del gruppo Manital, noto nell’ambito delle grandi imprese perché fornisce servizi che in gergo vengono definiti “facility management”, ma del tutto estranea al mondo del turismo. L’impresa è stata fondata da Graziano Cimadon a Ivrea nel 1993 e nel 2014 ha realizzato un fatturato di 269 milioni con un utile netto di 2 milioni di euro.

“Il progetto si basa sul concetto di sostenibilità – dice Cimadon – intesa dal punto di vista sociale, economico e, naturalmente, ambientale”.

Nel corso della presentazione è stato più volte evocato il nome di Adriano Olivetti, e il suo concetto di impresa etica. “Se la Olivetti nel dopoguerra ha creato ricchezza con l’innovazione tecnologica – è stato detto durante la presentazione – oggi l’innovazione è rappresentata dal recupero dei valori legati alla terra e alla cultura”.

 

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