Michele Emiliano, presidente dell Regione Puglia, festeggia ” una delle migliori performance turistiche della regione”. Il presidente si basa sui dati dell’Osservatorio Turistico regionale relativi all’estate 2022 che ha visto 2,181 mln di arrivi e 10,221 mln di presenze, ma che sono appena il 30% di quelli emiliano-romagnoli e meno della metà di quelli toscani.
“La Federalberghi Puglia prende atto con soddisfazione delle buone performance estive – afferma il presidente di Federalberghi Puglia e vicepresidente nazionale Francesco Caizzi – Evidenzio però che il risultato è una media: se Bari segna il + 55% per avere una media del +3% su base regionale vuol dire che qualche altra destinazione ha fatto -40%. Questo risultato, quindi ci dice che la regione non va tutta nella stessa direzione, pertanto per alcuni può essere solo un punto di partenza per costruire un’industria del turismo regionale matura e professionale, con una programmazione efficace e capace di creare stabilmente posti di lavoro. Tre mesi di lavoro, infatti, non sono sufficienti per i nostri collaboratori a ottenere neanche l’indennità di disoccupazione, quindi tutto il processo di destagionalizzazione è fallito e bisogna riprogrammarlo. A partire dai risultati dell’estate 2022 il comparto turistico ricettivo pugliese potrebbe trovare, con il dialogo e il confronto con l’assessorato regionale al Turismo e le sue agenzie operative, quello slancio necessario a entrare realmente nel gotha delle regioni turistiche italiane. Questi dati, inoltre, ci obbligano ancora a lavorare sodo per raggiungere i risultati consolidati delle maggiori regioni turistiche italiane quali, per esempio, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Veneto e la Campania. Con 2,181 mln di arrivi
e 10,221 mln di presenze, numeri che confrontati a quelli di regioni come l’Emilia Romagna o la Toscana sono almeno la metà e/o un terzo, non possiamo lasciarci andare a fuorvianti trionfalismi. Quelli dell’Osservatorio Turistico di Pugliapromozione – prosegue il leader degli albergatori pugliesi e baresi – sono numeri parziali che coprono solo i tre mesi dell’alta stagione. Mancano, in realtà, i dati dall’1gennaio al 31 maggio 2022 che indicherebbero il vero stato di salute del comparto e con i quali si potrebbe cercare di fare una vera attività di programmazione. I soli dati statistici, comunque, diventano utili agli operatori turistico ricettivi solo se accompagnati da analisi dei segmenti di marketing e report dei feedback degli investimenti in promozione. La Regione da sette anni ha ridotto le politiche turistiche a semplici provvedimenti centralizzati. La politica dal basso non è mai decollata. Le associazioni di categoria sono state poco coinvolte, la promozione viene decisa centralmente da Pugliapromozione dotata di mezzi che ha ben finanziato di tutto e di più senza alcun collegamento con il mondo reale del turismo attraverso un confronto operativo delle azioni Solo per esempio: la campagna 2022 è costata oltre 1 milione e mezzo di euro e ha avuto una vita brevissima.
La Federalberghi non si è mai fermata a raccontare le problematiche del turismo in Puglia – conclude Caizzi – Un’attenzione particolare va posta alla programmazione. Quest’anno, per esempio, in pieno giugno la Statale 16 è stata bloccata per molti giorni da un traffico infernale. Altro punto di forza per un efficace risultato è l’integrazione tra politiche di trasporto pubblico e politiche turistiche. È necessario, inoltre, prevedere azioni strutturali contro l’abusivismo ricettivo (in Puglia operano 46.000 attività ricettive, delle quali oltre due terzi sono abusive). Per completare, la Puglia non ha ancora una legge quadro sul turismo, siamo costretti a operare con varie leggi e norme che datano 1999. Noi operatori del turismo ricettivo riconfermiamo la disponibilità a lavorare con le istituzione per rafforzare l’intero comparto e ricordiamo che la Puglia ha urgente bisogno di dare la massima priorità a un’agenda che comprende azioni e interventi su: destagionalizzazione dei flussi, overtourism per evitare sovraffollamento e disagi delle destinazioni turistiche, politiche attive per l’occupazione per garantire lavoro stabile che vada oltre i tre mesi l’anno e risolva il problema della carenza di personale, formazione professionale, riqualificazione del prodotto
turistico, coordinamento tra Comuni e assessorati regionali di competenza sulle politiche della mobilità, dell’igiene e della sanità pubbliche. Noi ci siamo, non ci possiamo tirare indietro”.