La Corte di Appello di Bari ha assolto Eugenio Iorio, l’ex dirigente del servizio comunicazione istituzionale della Regione Puglia, condannato in primo grado con rito abbreviato a 1 anno di reclusione per turbativa d’asta “perché il fatto non sussiste”.
La vicenda si riferisce al bando da 7 milioni di euro per la ideazione e realizzazione della campagna di comunicazione per la promozione turistica della Regione per gli anni 2007-2008, poi annullato in autotutela dopo la denuncia di presunte irregolarità nella formulazione del disciplinare di gara.
Secondo la procura di Bari Iorio aveva chiesto ad un imprenditore di non partecipare al bando per poterlo affidare ad altri, in cambio di un trattamento di favore per la pubblicità istituzionale sulla sua azienda.
I giudici dell’appello hanno però condiviso la posizione della difesa di Iorio, rappresentata dall’avvocato Michele Laforgia, secondo il quale “l’intero budget della Regione, complessivamente pari, all’epoca, a un milione e mezzo di euro, era ripartito secondo criteri oggettivi previsti dalla legge e dal Corecom, a garanzia del pluralismo informativo e applicati, in Puglia, sin dal 2007”. Non avrebbe quindi potuto destinarlo ad un solo imprenditore e neppure avrebbe potuto influire sull’aggiudicazione della gara perché “la valutazione delle offerte economiche derivava dalla applicazione di una formula matematica, senza alcuna discrezionalità”.