Riceviamo e pubblichiamo una nota di Federalberghi Puglia sulla gestione del Covid da parte della Regione.
Mentre la seconda ondata di Covid-19 rischia di dare il definitivo colpo di grazia, la Puglia non riesce a “custodire” il suo sistema di ricettività alberghiera ed extra alberghiera. Nonostante le promesse di aprile, la misura proposta dalla Federalberghi Puglia, che prevedeva le sovvenzioni a fondo perduto a ristoro dei nove mesi di gravi perdite, non ha trovato ancora nessun riscontro. L’inadeguatezza dell’apparato burocratico di Puglia Promozione, chiamata al primo esame di ente di secondo livello, e la scarsa incisività del responsabile del procedimento, Luca Scandale, hanno portato al flop che potrebbe causare il default delle aziende, lasciando i lavoratori del comparto senza prospettive per il futuro. Eppure i drammatici dati pugliesi sul turismo registrano un calo del 50% nel periodo gennaio/settembre 2020, mentre le previsioni di Demoskopika per il possibile lockdown di novembre/dicembre riportano in più per la Puglia una perdita di 50.066.554 euro di spesa turistica, con gli arrivi che calano di 276.326 e le presenze di 547.489. La stessa società di ricerche prevede per il sistema turistico pugliese nel 2020 5.664 aziende a rischio fallimento con la perdita di 24.096 posti di lavoro.
“Il sistema ricettivo alberghiero ed extralberghiero aveva riposto le sue speranze di resistenza – dice Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – in questa misura straordinaria che avrebbe concorso a immettere liquidità nel sistema turistico e consentito alle aziende di poter affrontare la ripresa. Siamo a novembre e da Pugliapromozione non è arrivato alcun riscontro ufficiale. Non vedo all’orizzonte vie d’uscita. Viene, così, vanificato il grande e costante lavoro della Federalberghi nell’ambito del partenariato economico e sociale, mantenendo sempre viva l’interlocuzione con le istituzioni regionali. Devo prendere atto che l’insufficienza dell’apparato burocratico di Puglia Promozione, chiamata al primo esame di ente di secondo livello, e l’incapacità del responsabile del procedimento, Luca Scandale, hanno portato al flop che potrebbe vanificare le aspettative delle aziende vivine al default e dei lavoratori che non intravedono prospettive per il futuro. Dall’eccessiva dose di burocrazia alla poca trasparenza, la gestione di questo bando taglierà almeno la metà degli attori della ricettività alberghiera ed extra alberghiera, inibendo di fatto la partecipazione a buona parte dei codici Ateco del comparto, in particolare quelli che fanno riferimento all’extralberghiero, con errori di interpretazioni grossolani e da principianti. L’agenzia regionale per il turismo, che ha dato i suoi migliori risultati nel corso della gestione della Giunta Vendola, negli ultimi cinque anni ha messo a nudo tutte le sue criticità. Dopo un quinquennio passato a duplicare pedissequamente le linee di promozione lasciate in eredità dalla precedente gestione, un direttore facente funzioni e un non meglio definito “responsabile del Piano strategico Puglia365” non sono riusciti a trovare modelli convincenti e produttivi di governance. Dal febbraio 2020 poi, appena iniziata la pandemia, l’intera struttura è andata in completo stallo mettendo in confusione tutto lo staff con il paradossale culmine di una totale chiusura per ferie per l’intera alta stagione turistica. Di conseguenza, non si è mai avuto contezza di idee o di progetti per lo sviluppo del sistema turistico pugliese.
L’ultima mazzata arrivata da Puglia Promozione per la stragrande maggioranza delle imprese alberghiere ed extra alberghiere – conclude Caizzi – rende sempre più flebile ogni forma di strenua e lunga resistenza. Non ci facciamo illusioni particolari. Agosto è stato solo una meteora, l’intero 2020 è ormai irrimediabilmente classificato come annus horribilis. Il turismo e il sistema dell’accoglienza non sono ancora in grado di scorgere alcuna luce in fondo al tunnel. I drammatici dati pugliesi sul turismo registrano un calo del 50% nel periodo gennaio/settembre 2020, mentre l’Enit fissa al 2023 la ripresa con gli stessi livelli del 2019. Demoskopika, per il possibile lockdown di novembre/dicembre, riporta in più per la Puglia una perdita di 50.066.554 euro di spesa turistica, con gli arrivi che calano di 276.326 e le presenze di 547.489. La stessa società di ricerche di mercato prevede per il sistema turistico pugliese nel 2020 5.664 aziende a rischio fallimento con la perdita di 24.096 posti di lavoro”.