Il giorno che in tanti temevano è arrivato. Tutti gli oltre 1300 lavoratori di Air Italy sono stati ufficialmente licenziati. Un’agonia già partita settembre 2020, quando l’Enac aveva sospeso la licenza di trasporto al vettore. Ora che anche le insegne non esistono più in aeroporto a Olbia, l’ultimo atto della dismissione della ex compagnia aerea sardo-qatariota è il licenziamento di 1.322 lavoratori, ancora rimasti ancorati all’azienda su 1.453 dipendenti, con l’invio delle prime lettere di cessazione dal servizio con effetto immediato e il pagamento del mancato preavviso.
A niente è servito il pressing esercitato dal governo sui liquidatori per convincere gli azionisti Alisarda e Qatar Airways a chiedere un’ulteriore proroga della cassa integrazione. Trattative stringenti sino all’ultimo tavolo di fine anno snobbato dall’azienda che non ha dato mandato ai liquidatori di presentarsi al confronto. Uno “sgarbo istituzionale” che oggi si è trasformato in quello che la Regione Sardegna definisce come uno ‘schiaffo’ nei confronti del Governo, delle Regioni Sardegna a e Lombardia e dei lavoratori: l’invio delle lettere che segnano l’addio del sogno della compagnia aerea sarda sui cieli dell’Isola.
Nata dalle ceneri dell’ex Meridiana con l’obiettivo di diventare la più grande compagnia aerea d’Europa, Air Italy ha avuto storia breve: dall’uno marzo 2018 al febbraio 2020 quando, con i primi contagi Covid in Italia, arrivò la notizia della liquidazione del vettore a causa delle perdite societarie. Da quel momento è iniziato il calvario per i lavoratori che, in questi anni, hanno potuto godere prima dello stop ai licenziamenti causa pandemia e poi degli ammortizzatori sociali: 10 mesi da settembre 2020 e sei mesi dal luglio 2021. Scaduto quest’ultimo periodo, ora per i 1.322 lavoratori si apre lo spauracchio della Naspi, ma con un regime più favorevole.
La Regione Sardegna, che è riuscita ad accedere al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione con 4,5 milioni per il reinserimento dei disoccupati, lancia un appello al Governo: “chiediamo ai ministri coinvolti di convocare con la massima urgenza le Regioni e i sindacati con l’obiettivo di costruire il futuro dei lavoratori.
Anche Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo sollecitano “un intervento immediato del Governo per bloccare la procedura e scongiurare così questa vera e propria tragedia sociale che si sta consumando”. Nel contempo si dicono “esterrefatti dalla completa inerzia del Governo e delle istituzioni”. In più “i legali della Cgil verificheranno se ci sia un qualche margine per poter impugnare queste lettere”, annuncia il segretario generale della Filt Cgil della Sardegna, Arnaldo Boeddu.