Ecco la norma per privatizzare gli aeroporti siciliani. Ma è subito polemica

L’articolo 8 di uno dei collegati alla Finanziaria prevede la dismissione delle quote pubbliche nelle società di gestione degli aeroporti siciliani. La norma, scritta dal governo, non é ancora stata esaminata dalla commissione Bilancio dell’Ars ma già suscita polemiche. Contrari i 5stelle ma anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. La norma prevede il taglio dei trasferimenti pubblici per chi non si adeguerà nel giro di 90 giorni da quando sarà pubblicata in Gazzetta se mai verrà approvata. E aleggiano già dubbi di incostituzionalità.

“Ho forti dubbi sul fatto che una legge regionale possa imporre processi di privatizzazione che la legge affida ai soci degli aeroporti e non vorrei che la norma in discussione all’Ars serva soltanto a fare indebite pressioni sugli enti locali”, sottolinea Orlando, secondo cui “soprattutto per Palermo, mentre la Gesap ha in corso e programmati interventi strutturali per decine di milioni di euro che accompagnano la crescita di traffico e rotte sull’aeroporto il cui valore è in crescita esponenziale, credo sia da escludere del tutto qualsiasi ipotesi di privatizzazione, ancor più se frettolosa e confusa col rischio di favorire solo interessi speculativi”.

“L’articolo – spiega la deputata 5 stelle Stefania Campo – aggrappandosi alle disposizioni del Testo Unico, prevede la dismissione delle partecipazioni pubbliche degli enti locali in società di gestione aeroportuali. L’intento, in verità, sembra essere un altro, decisamente più subdolo, ovvero quello di avviare la privatizzazione dell’intero sistema aeroportuale siciliano, vendendo le quote detenute dagli enti pubblici, per pochi spiccioli che non servirebbero nemmeno a risanare i bilanci. Non vorremmo – conclude Campo – che si stia per realizzare il piano dell’ex presidente di Enac, ora attuale consulente del governatore Musumeci, Vito Riggio. Gli aeroporti siciliani sono un patrimonio dell’intera collettività, sono stati realizzati con fondi pubblici, e incassano le tasse di imbarco pagate dai cittadini con l’obbligo di reinvestirli nella manutenzione, nell’adeguamento, nell’investimento anche straordinario delle opere aeroportuali. Riteniamo sia doveroso contrastare ogni tentativo di svendita delle partecipazioni pubbliche nelle società di gestione aeroportuali, al solo fine di risolvere problemi finanziari che nulla hanno a che fare con l’interesse generale”.

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