martedì, 19 Novembre 2024

Ad agosto a Siracusa 80% occupazione camere, 65% con bonus vacanze

“Dopo sette mesi di crisi, l’occupazione camere, ad agosto, si attesta intorno all’80%. Un turismo, questo, perlopiù di prossimità con un 60% di soggiorni di corregionali e un 40% di vacanzieri provenienti dal Centro-Nord Italia. Pochissimi i turisti stranieri. Ma quasi il 65% delle prenotazioni è accompagnato dalla condizione di accettare il bonus vacanza”. Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa, quasi a conclusione del mese in corso e comunque dopo un Ferragosto che ha confermato quanto già delineato dopo la riapertura seguita al lockdown, prova a guardare al futuro. Ma senza una prospettiva incoraggiante. I fatti parlano chiaro: “Fin qui abbiamo registrato un turismo in forte calo, fatto di vacanzieri basso spendenti. Preoccupa, inoltre, lo scarso numero di prenotazioni di stranieri per settembre e ottobre. E poi, a novembre, si tornerà in letargo sino alla Pasqua del 2021. Dopodiché?” si chiede Rosano.

“Noi albergatori – continua Rosano – siamo già al lavoro per impostare le strategie di ripartenza con l’obiettivo di stipulare contratti di collaborazione con i soggetti che promuovono la domanda: tour operator e grossisti italiani e internazionali. Se la pandemia non si ripresenterà con gli effetti devastanti di quest’anno, per il 2021 prevediamo di garantire un congruo numero di soggiorni di turisti nella nostra città. Assicurando nel contempo posti di lavoro agli addetti che gravitano in tutto il comparto turistico. Ma quali servizi – precisa il presidente di Noi albergatori Siracusa – il Comune di Siracusa riserverà ai turisti per il prossimo anno? La nostra città sembra vivere in una eterna incertezza. Per due anni abbiamo assistito allo scioglimento del Consiglio comunale, alla querelle sindaco non legittimato, sindaco ratificato. All’inizio di marzo il lockdown. Si riparte: macché. La città è ancora in uno stato di torpore, senza vitalità, priva dell’occorrente entusiasmo, manchevole di supporto alla cittadinanza e all’imprenditoria con le risorse economiche ridotte allo zero. Nell’attuale scenario, se non corriamo ai ripari, chi ne uscirà più ammaccato, oltre agli albergatori, sarà la reputazione di Siracusa quale destinazione turistica”.

E Rosano snocciola mancanze e criticità di una città poco a dimensione di turista. “Le carenze endemiche non sono circoscritte alla sola mobilità con inesistente trasporto pubblico e traffico caotico: Ortigia trasformata in luna-park, strade urbane ed extraurbane ridotte a colabrodo. Necessitano urgenti risoluzioni per dotare la città di una dignitosa aerea per lo stazionamento degli autobus urbani e non, il potenziamento dei parcheggi, il decoro e la pulizia della città. Imprescindibile dotare di servizi igienici il posteggio del Molo Sant’Antonio, laddove l’effetto dell’incendio dei manufatti in legno non è conciliabile con una città votata al turismo. Stesso discorso per le aree prefiche e le località balneari dell’Arenella e di Fontane Bianche, lasciate in totale abbandono. Tanto che foto dei cumuli di rifiuti sparsi per decine di metri nell’area prospicente un albergo a 5 stelle alle porte di Cassibile e in zona Isola-Plemmirio sono state consegnate dai turisti agli albergatori, accompagnate con giudizi negativi sulla città”.

“In mancanza di siffatti interventi – osserva il presidente di Noi albergatori Siracusa – ogni sforzo per consolidare un maggior flusso di turisti sarà vanificato. Abbandonando le estemporanee improvvisazioni degli annunci, occorre un ridisegno del sistema. Ma per fare ciò urge da parte dell’amministrazione comunale uno sfoggio di competenze che abbiano gambe e testa in grado di mettere in atto una vera progettualità sulle cose da realizzare. Nei giorni scorsi – ancora Rosano – si è realizzato il preannunciato rimpasto (politico dice il sindaco). Ma a cosa serve un rimpasto se mancano idee, progetti e soprattutto la necessaria dedizione per il completamento dei rimanenti tre anni? L’impressione che ricaviamo, ma siamo pronti a ricrederci, è quella di tirare a campare. I rischi che corre il turismo – conclude Rosano – li corre l’intera economia cittadina”.

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