12 siti di proprietà pubblica e 10 privati abbandonati all’incuria, all’aggressione degli agenti atmosferici, al vandalismo, nel totale disinteresse delle istituzioni, Regione e Comuni. È il grido di allarme lanciato da Legambiente Sicilia che nell’ambito della campagna Salvalarte Sicilia 2018, ha presentato il dossier “La bella Sicilia da salvare”.
“Il primo sito inserito nel dossier – spiega Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – è Villa Napoli, a Palermo, tipico esempio di totale e scellerato disinteresse da parte delle Istituzioni. Questa splendida villa settecentesca è stata ceduta dalla Regione siciliana, proprietaria dell’immobile, al patrimonio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, impedendo di fatto, alla Soprintendenza di accedere ai finanziamenti per il suo recupero. E negli anni scorsi è stata posta, per il suo stato di degrado e per i ripetuti saccheggi, sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria. Sono a Palermo, quest’anno Capitale della Cultura, i primi tre siti che occorre salvare. Ma in ogni provincia dell’isola ci sono esempi di beni di proprietà pubblica abbandonati al degrado, a Siracusa, Enna, Trapani, Agrigento, Messina. In questo dossier ci siamo limitati a 12, ma è soltanto un primo passo. Chiediamo al neo assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, che ci sia, finalmente una inversione di rotta e che si salvi la bellezza dall’incuria e si custodisca la nostra memoria, i fondi per i restauri si possono trovare anche grazie ai bandi della comunità europea. In questo nostro dossier abbiamo inserito anche 10 beni di proprietà privata. In questo caso – conclude Zanna – la situazione è più complicata, in quanto la Regione dovrebbe o sollecitare i proprietari a mettere in sicurezza le strutture o provvedere ad acquistarle. Caso emblematico è il Castello Schisò, che si affaccia sulla baia di Giardini Naxos”.
Per conoscere l’elenco dei 22 siti clicca su http://www.legambientesicilia.it/wp-content/uploads/La-Bella-Sicilia-da-Salvare.pdf.