Al via scavi al Teatro ellenistico-romano a Tusa


Serviranno due anni di lavori per riportare alla luce il teatro ellenistico-romano nel sito archeologico di Halaesa Arconidea, nel territorio di Tusa, nel messinese. È questo il timing fissato durante la consegna dei lavori di scavo, avvenuta nei giorni scorsi alla presenza dei vertici del Parco archeologico di Tindari, della Soprintendenza ai Beni culturali di Messina e dell’amministrazione comunale di Tusa. Ad eseguire l’intervento sarà l’impresa Cavarra Vincenzo Srl di Noto per un importo complessivo di oltre 760 mila euro.

“Si tratta di un evento straordinario nella storia delle scoperte archeologiche in Sicilia – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – Ciò consentirà di conoscere e studiare un edificio pubblico monumentale di età greco-romana di prim’ordine per le sue dimensioni eccezionali e lo stato di conservazione degli elementi architettonici che lo costituiscono”.

Il teatro, con un diametro di 77 metri e una profondità di 37,5 metri, poteva contenere circa diecimila spettatori ed era usato sia come spazio pubblico per spettacoli e riunioni, che come elemento urbanistico fondamentale per il collegamento tra la parte sud e la parte nord della città.

L’importante scoperta del teatro è resa certa e documentata dai saggi di scavo condotti nel 2017 e dalle trincee aperte tra il 2018 e il 2019, infine dalla campagna di scavo del 2021. Il merito della scoperta del monumento è degli archeologi della missione francese dell’Università di Amiens, diretta dalla professoressa Michela Costanzi.

“Oltre a risultare un evento di grande eccezionalità scientifica – è il commento del direttore del Parco Archeologico di Tindari Giuseppe Natoli – lo scavo del Teatro dell’antica città di Alesa, ancora sepolto sotto 12.600 metri cubi di terra, quarto in Sicilia per importanza e dimensioni dopo quello di Siracusa, Agrigento (in corso di scavo) e Taormina, farebbe di Alesa una delle tappe principali nel circuito turistico dei siti archeologici dell’Isola, richiamando l’interesse di turisti nazionali e internazionali, ma anche di studiosi e appassionati”.

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