Con oltre 550 mila crocieristi e 200 accosti, Palermo è l’ottavo porto in Italia. Ma, soprattutto, i crocieristi generano una ricaduta economica sul territorio che si attesta sui 16,6 milioni di euro nel 2015. Il dato è emerso dallo studio realizzato da Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza, per l’Autorità portuale di Palermo.
“Secondo le nostre stime – ha detto Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo – i 547 mila crocieristi movimentati nel porto di Palermo nel 2015 avrebbero speso quasi 16 milioni di euro a terra (oltre 11 milioni solo nella città di Palermo) implicando un valore medio di circa 30 euro a persona. In più ci sono le spese dei membri dell’equipaggio che arrivano a circa 1,6 milioni di euro. Il tutto in circa sei ore di soste nella città. Convincere le compagnie a rimanere di più potrebbe essere uno dei temi da affrontare per il futuro”.
Oltre alle spese sostenute dai viaggiatori, bisogna inoltre prendere in considerazione quelle delle compagnie che attraccano nel porto cittadino che ammontano a 3,58 milioni di euro. Ma il valore sale ad oltre 53 milioni di euro se si considerano gli effetti indiretti ed indotti generati a livello locale e nazionale a partire dalla presenza delle navi bianche a Palermo.
Il confronto nell’arco temporale 2001-2015 del movimento crocieristico a Palermo – si legge nel report – mostra la solidità del business con un andamento in crescita fino al 2008, seguito da un trend oscillante proseguito fino ad oggi. Nel primo periodo si è passati da poco più di 180.000 crocieristi nel 2001 a quasi 540.000 nel 2008 ed a seguire si è registrato il picco di oltre 560.000 nel 2011, avvicinato nel 2015 con 550.000 passeggeri movimentati grazie a 200 accosti di navi da crociera.
“La Sicilia, quinta regione in Italia nel 2015 in termini di traffico passeggeri, vede nel porto di Palermo il suo principale hub di imbarco e sbarco di passeggeri con opportunità tuttora non pienamente espresse su cui sarà fondamentale proseguire il lavoro – ha commentato il presidente dell’Autorità portuale Vincenzo Cannatella -. Ci sono questioni infrastrutturali su cui bisogna intervenire al più presto, per permettere al nostro scalo di essere sempre più competitivo. Ci auguriamo di poter riprendere i lavori della stazione marittima che, una volta ultimata, consentirà di disporre di un’offerta diversificata per accogliere le navi di varie dimensioni. Inoltre è sostanziale, e non più procrastinabile, lavorare alle opere previste dal Piano regolatore portuale che è, invece, fermo da anni all’assessorato regionale al Territorio”.
Per il segretario generale Renato Coroneo “le ricadute economiche del fenomeno crocieristico sono di grande rilevanza e sempre più si avverte la necessità che la Regione, il Comune, la Camera di Commercio e le associazioni di categoria del settore si interessino concretamente al comparto. L’Autorità portuale non può essere sola”.
Per leggere la sintesi dello studio clicca qui.