Niente tassa di soggiorno ad Agrigento. Nove consiglieri hanno votato no, contro gli otto voti favorevoli, alla delibera che sarebbe decorsa dal luglio del 2015 proposta dal commissario straordinario del Comune Luciana Giammanco per rimpinguare le casse comunali.
Se fosse passata, ogni turista avrebbe pagato nei B&B fino a due stelle un euro, due euro in quelli a tre stelle, un euro e cinquanta negli alberghi a tre stelle, due euro per i quattro stelle e due euro e cinquanta centesimi per i cinque stelle. Un euro, invece, per tutte quelle strutture classificate in casa vacanze, affittacamere e alberghi a una sola stella. Le strutture ricettive avrebbero poi dovuto corrispondere l’importo al Municipio.
Esultano gli albergatori di Agrigento e tutti gli operatori del turismo aderenti alle sezioni locali di Federalberghi e Assohotel. “Rivolgiamo – si legge in una nota – un sincero ringraziamento al Consiglio Comunale che ha permesso che la tassa di soggiorno non venisse applicata alla città di Agrigento. L’imposta di soggiorno, come previsto dalla legge, deve essere destinata al miglioramento dei servizi turistici oggi carenti o del tutto assenti nella nostra città; non è ammissibile che il Dirigente preposto preveda di inserire l’imposta nel bilancio pluriennale, senza nessuna certezza di entrata, senza nessuna programmazione di interventi nel settore, senza nessuna concertazione con gli operatori e tutte le associazioni di categoria del comparto turistico.
Molto probabilmente gli introiti sarebbero serviti invece per colmare esigenze di bilancio, lontani dalla natura della stessa legge. Il grande senso di responsabilità manifestato dai consiglieri, contrari e astenuti, rappresenta un punto di partenza verso un costruttivo e propositivo dialogo con l’amministrazione pubblica”.